| Il mantenimento dei figli adulti è obbligatorio? La Corte di Cassazione stabilisce quando i genitori non devono più mantenere i figli in età lavorativa.

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Il mantenimento dei figli adulti è obbligatorio?

La Corte di Cassazione stabilisce quando i genitori non devono più mantenere i figli in età lavorativa.

La questione del mantenimento dei figli adulti da parte dei genitori divorziati rappresenta un tema sempre più ricorrente, complice la difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro e lo slittamento dell’età dell’indipendenza economica. Tuttavia, secondo la giurisprudenza, la crisi occupazionale non può essere una giustificazione per il figlio in età avanzata per restare a carico dei genitori.

La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 8630/2024 del 2 aprile 2024 offre un importante chiarimento in merito, riproponendo un principio ormai consolidato in giurisprudenza: quello dell’autoresponsabilità dei giovani in età lavorativa. Ma cosa si intende per età lavorativa? Il mantenimento dei figli adulti è obbligatorio? Cerchiamo di comprendere cosa dice la legge e qual è l’attuale indirizzo della giurisprudenza.

 

 

Indice

* È obbligatorio mantenere i figli adulti?

* Qual è l’età lavorativa?

* Quali sono i criteri per il mantenimento dei figli maggiorenni?

* Quando cessa il mantenimento

È obbligatorio mantenere i figli adulti?

La legge italiana, in particolare l’articolo 147 del Codice civile, impone ai genitori il dovere di mantenere, istruire ed educare i propri figli. Il dovere permane finché questi sono minorenni.

Una volta raggiunta invece la maggiore età, l’obbligo di versare gli alimenti al figlio sussiste solo se quest’ultimo dà prova di:

* proseguire il percorso di studio con profitto;

* terminato il percorso di studi o in alternativa ad esso, impegnarsi nella ricerca di un’occupazione.

 

 

Non è con i 18 anni che si perde in automatico il mantenimento se il giovane non vuole frequentare l’università: bisogna dargli il tempo di cercare un’occupazione. Ma questo periodo non può durare in eterno. Così come anche chi consegue la laurea deve fare di tutto per rendersi indipendente, anche accettando lavori non in linea con le sue aspirazioni.

Secondo la di Cassazione, un figlio adulto ha l’onere di dimostrare la propria necessità di mantenimento, evidenziando gli sforzi compiuti per acquisire una formazione professionale o tecnica oppure per trovare un’occupazione. Se non riesce a giustificare la mancanza di indipendenza economica, il principio dell’autoresponsabilità prevale, escludendo l’obbligo di mantenimento da parte dei genitori.

Qual è l’età lavorativa?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8630/2024, ha stabilito che l’obbligo dei genitori di mantenere i figli cessa definitivamente quando questi raggiungono l’età lavorativa e non presentano gravi forme di inabilità lavorativa ai sensi della Legge 104/1992. Secondo i giudici supremi, questa età coincide con i 30 anni (che spesso la Cassazione ha esteso a 35 per chi ha scelto un percorso di studi particolarmente lungo e complesso, come per i medici specializzandi).

Dunque, una volta superato questo tetto, il figlio, anche se disoccupato, deve rendersi indipendente e autonomo, accontentandosi di ciò che trova. Difatti, il mantenimento non gli è più dovuto.

Immaginiamo il caso di Luca, un neolaureato di 25 anni che non trova lavoro nonostante abbia inviato numerose candidature: in questa situazione, potrebbe essere considerato ancora a carico dei genitori, a condizione che dimostri il suo impegno attivo nella ricerca di un’occupazione. Al contrario, se Sofia, della stessa età, decide di non proseguire gli studi né di cercare lavoro, la sua richiesta di mantenimento potrebbe non essere giustificata agli occhi della legge.

Quali sono i criteri per il mantenimento dei figli maggiorenni?

L’articolo 155 del Codice civile, modificato dalla Legge n. 54 del 8 febbraio 2006, stabilisce che il mantenimento dei figli deve essere proporzionato al reddito dei genitori e tenere conto delle esigenze dei figli, delle risorse economiche della coppia genitoriale, dei tempi di permanenza con ciascun genitore e del valore economico dei compiti domestici e di cura svolti.

Secondo la giurisprudenza, i genitori devono garantire ai figli il loro stesso tenore di vita.

Quando cessa il mantenimento

Oltre che al compimento del trentesimo anno di età, il mantenimento cessa definitivamente quando il figlio ottiene un lavoro. L’obbligo dei genitori non rivive neanche se il figlio, dopo poco, torna ad essere disoccupato.

 

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