Investigatore Privato, Agenzia IDFOX Milano_Pedoni investiti sulle strisce, ma erano truffe ai danni di Itas assicurazioni

Tredici imputati, quasi tutti napoletani, sono accusati di aver denunciato incidenti mai accaduti e per farsi liquidare dalla compagnia trentina avrebbero utilizzato anche falsi referti medici

TRENTO. Nel vasto “campionario” delle truffe ai danni delle assicurazioni, c’è chi si era specializzato in falsi investimenti di pedoni sulle strisce. Ma i furbetti della frode – 13 persone quasi tutte residenti in provincia di Napoli – sono stati smascherati.

Qualcuno è uscito dal procedimento penale patteggiando la pena, la maggioranza ha preferito affrontare il processo in Tribunale a Trento.

Le accuse contestate sono fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e falsità materiale commessa dal privato.

Il capo di imputazione elenca 4 diversi episodi di quella che secondo la procura era una frode ai danni di Itas Mutua Assicurazioni (ma nel fascicolo sono elencate molti altri episodi commessi dagli stessi soggetti ai danni di altre compagnie assicurative in altre regioni).

«In concorso tra loro – ha scritto il pm – denunciavano un sinistro stradale inesistente asseritamente avvenuto mediante investimento su strisce pedonali in Torre del Greco alle 14 del 27 settembre 2013 predisponendo tre falsi referti dell’Ospedale civile di Bosco Trecase (Napoli) con la data del 27 settembre 2013 e la falsa firma del medico dottor (omissis), con l’aggravante di aver conseguito l’intento mediante emissione di sentenza di condanna di Itas al risarcimento».

Investimenti pedonali sulle strisce fasulli ai danni di Itas sarebbero stati commessi in almeno altre tre occasioni.

Il capo di imputazione cita l’investimento inesistente, asseritamente avvenuto il 5 agosto 2011 alle ore 11 a Pollena Trocchia (Napoli): l’investimento del 17 marzo 2013 accaduto a San Sebastiano al Vesuvio; infine un altro investimento considerato fasullo sarebbe accaduto il 30 aprile 2013 in un attraversamento pedonale a Torre del Greco.

Per ogni sinistro i truffatori si facevano liquidare come risarcimento cifre rilevanti.

Per frenare il malcostume degli incidenti falsi o gonfiati l’anno scorso Itas e procura della Repubblica di Trento hanno siglato un accordo

«L’obiettivo della compagnia assicurativa – scriveva in una nota Itas Mutua – è agevolare lo scambio di informazioni su episodi e circostanze di rilievo penale per intervenire in modo efficace e tempestivo».

Per tutte le compagnie assicurative le frodi sono un cancro: Itas, nel 2021 ha presentato su tutto il territorio nazionale in totale 62 denunce. All’Unità antifrode sinistri di Itas è affidato il compito di contrastare il fenomeno delle frodi assicurative. Le tipologie sono diverse: sinistri stradali simulati, incendi dolosi, infortuni avvenuti con dinamiche diverse da quelle denunciate.

Per gli incidenti stradali simulati Itas dispone di strumenti statistici e tecnici.

Chi ha inventato un sinistro e gli è andata bene spesso si fa ingolosire e ci riprova.

In questo caso l’archivio antifrode nazionale può fornire dati importanti per capire se ci sono anomalie.

Inoltre c’è l’esperienza dei liquidatori che vedono migliaia di sinistri e hanno l’occhio allenato per capire se la dinamica denunciata è compatibile con i danni riportati dal veicolo. Inoltre ci sono i periti che in base ai danni alle lamiere sono in grado di ricostruire come sono andate le cose.

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