Le foto dell’investigatore sono prova in tribunale?-Agenzia Inmvestigazioni Private Idfox Milano

Le foto dell’investigatore sono prova in tribunale?

Le fotografie fatte dell’investigatore privato possono essere usate come prova in tribunale?

Si fa sempre più ricorso alle agenzie investigative per raccogliere le prove dell’infedeltà coniugale o per quella del lavoratore dipendente (che magari, falsamente in malattia, esce per svolgere un secondo lavoro). In questi casi, però, che valore potrebbero avere gli scatti fatti dal detective ingaggiato privatamente? Le foto dell’investigatore sono prova in tribunale?

La questione è stata affrontata dalla Cassazione con una pronuncia estremamente interessante, l’ordinanza n. 4038, della Prima sezione civile del 14 febbraio 2024.

Per comprendere che valore hanno le fotografie dell’agenzia investigativa dobbiamo fare un passo indietro e verificare cosa dice a riguardo la legge.

Indice

* Il valore delle fotografie come prova

* Che valore hanno le foto scattate dal detective?

* Basta opporsi per far perdere alle foto dell’investigare il valore di prova?

Il valore delle fotografie come prova

Le fotografie sono trattate alla stregua di una fotocopia o di qualsiasi altra riproduzione meccanica. In particolare l’articolo 2712 del codice civile stabilisce che tali documentazioni hanno lo stesso valore probatorio di qualsiasi altro documento (come ad esempio un contratto) se, nel corso del processo, non vengono contestate dalla parte contro cui sono prodotte.

Quindi, ad esempio, se nel corso della causa di separazione la moglie deposita le foto scattate dal detective che immortalano il marito mentre bacia l’amante e questi, in giudizio, non le contesta in modo espresso, tali foto diventano automaticamente una prova: prova che inchioda l’uomo e fonda a una pronuncia di addebito per infedeltà.

La non contestazione può essere anche tacita: il semplice fatto di non opporsi alla produzione delle foto si considera come un tacito riconoscimento di attendibilità delle stesse.

Non è tutto. La contestazione, per essere accolta dal giudice, deve motivare le ragioni per cui dette immagini potrebbero non essere genuine. Bisogna cioè insinuare nel giudice il dubbio che gli scatti non siano attendibili in merito ai soggetti, al contesto, all’azione in corso o anche solo alla data in cui le stesse sono state scattate. Si pensi al caso in cui una foto non faccia vedere bene le persone o gli atteggiamenti; ed ancora si pensi all’ipotesi in cui la foto non possa essere inquadrata temporalmente per comprendere se la stessa è stata scattata prima o dopo il matrimonio.

Che valore hanno le foto scattate dal detective?

Quanto abbiamo appena detto vale anche per quanto riguarda la relazione del detective. Di certo, non assume alcun valore probatorio quanto da questi scritto, a meno che non diventa oggetto di apposita testimonianza. E questo perché le dichiarazioni dell’investigatore, per entrare nel processo, devono essere fornite sotto domanda specifica del giudice e quindi in forma orale così come ogni testimone viene sentito.

Discorso diverso vale invece per le fotografie che accompagnano la relazione. Per queste ultime bisogna richiamare quanto detto nel paragrafo precedente: hanno valore di prova documentale solo:

* se non contestate in modo esplicito;

* se la contestazione, seppur esplicita, è generica.

Qui viene la parte più interessante della pronuncia della Cassazione. Secondo i giudici, sia pure dinanzi alla contestazione della parte contro cui le foto vengono prodotte, il giudice non è tenuto a scartare completamente tale materiale probatorio (le foto, appunto) ma può ugualmente tenerne conto secondo il suo prudente apprezzamento.

In pratica e volenti sintetizzare quanto sin qui detto, se qualcuno presenta delle foto in tribunale come prova, l’altra parte potrebbe non riconoscerle o accettarle. Tuttavia, la Cassazione afferma che il giudice può comunque valutare queste foto e decidere se sono veritiere o meno, usando anche altre prove a supporto e a conferma delle stesse.

Basta opporsi per far perdere alle foto dell’investigare il valore di prova?

L’opposizione alle foto non ha lo stesso effetto che potrebbe avere il disconoscimento della firma su un documento. Cerchiamo di spiegarci meglio.

Se qualcuno produce un contratto ove sostiene che vi sia la tua firma e tu, dinanzi al giudice, disconosci tale firma, detto documento diventa automaticamente “carta straccia”: il giudice cioè non ne può tenere conto, a meno che la parte che ha esibito detto documento riesce a dimostrare che la firma è la tua (questa procedura va sotto il nome di “verificazione” e avviene tramite perizia calligrafica). Invece, se disconosci una foto, questa non perde automaticamente valore: il giudice la può ugualmente ritenere valida se ritiene che la genuinità della stessa sia confermata da altre prove o elementi riscontrati nel corso del processo.

Quindi, se ti trovi in una situazione legale in cui delle fotografie scattate da un investigatore privato vengono presentate come prova, ricorda che il fatto di contestarle anche in modo esplicito non le rende automaticamente inutilizzabili. Il giudice esaminerà attentamente tutte le prove disponibili, incluse le fotografie, per decidere se rappresentano una prova affidabile degli eventi.

 

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