L’ex moglie perde l’assegno di divorzio se riceve un immobile. IDFOX Investigazioni Milano

L’ex moglie perde l’assegno di divorzio se riceve un immobile

La Corte di Cassazione nega l’assegno di divorzio a un’ex moglie che ha ricevuto beni in cambio della carriera sacrificata.

Quando un matrimonio finisce, spesso si parla di assegno di divorzio, quella somma di denaro che uno dei due ex coniugi deve all’altro se quest’ultimo – senza che ne abbia colpa – non è in grado di mantenersi da solo. Ma non sempre chi chiede questo assegno ha diritto a percepirlo. Ciò succede quando ha una potenzialità reddituale (è cioè ancora giovane e formato per lavorare). Ma non solo. In un recente caso la Cassazione ha affermato che l’ex moglie perde l’assegno di divorzio se riceve un immobile nonostante abbia lasciato il lavoro per la famiglia. In questo caso il sacrificio alla carriera è stato ampiamente ricompensato con la donazione. L’attribuzione patrimoniale insomma, seppure in natura, c’è stata. Ed è questo ciò che conta.

 

 

La questione parte da un principio di base affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione nel 2018: l’assegno di divorzio ha anche una funzione compensativa, serve cioè a ripagare il coniuge che ha sacrificato le proprie aspirazioni lavorative per dedicarsi al ménage domestico, sempre che tale scelta sia condivisa con l’altro coniuge. Del resto, è proprio grazie a tale sacrificio che l’ex ha potuto dedicarsi di più alla propria attività, magari fare carriera e arricchirsi. Dunque è giusto che a tale ricchezza partecipi anche chi ha fatto da casalinga.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 5148, emessa il 27 febbraio 2024, ha ricordato inoltre che l’assegno di divorzio non serve a mantenere lo stile di vita che si aveva durante il matrimonio, ma a riconoscere il contributo dato dall’ex coniuge che si trova in una posizione economica più debole, alla vita familiare e alla creazione del patrimonio familiare o personale.

Questo assegno ha quindi una duplice funzione: da un lato aiuta chi ne ha bisogno, dall’altro lato è un riconoscimento del sacrificio fatto per la famiglia, come ad esempio rinunciare alla propria carriera.

Per avere diritto all’assegno, però, non basta aver contribuito in passato: è necessario dimostrare di non avere abbastanza mezzi per vivere e di non poter migliorare la propria situazione economica per motivi seri. In pratica il richiedente deve fornire la prova:

* di non essere autosufficiente;

* e che ciò non dipende da propria colpa.

Il giudice, quindi, deve valutare attentamente la situazione economica di entrambi gli ex coniugi, considerando quanto ciascuno ha contribuito non solo alla vita familiare ma anche alla creazione del patrimonio comune e personale, tenendo conto anche di quanto è durato il matrimonio e dell’età di chi chiede l’assegno.

In questo caso specifico, la Corte ha deciso che gli immobili ricevuti dall’ex moglie erano un compenso sufficiente per il suo contributo  e per la sua rinuncia professionale. Così le ha negato l’assegno di divorzio.

Peraltro la giurisprudenza ritiene che l’assegno di divorzio possa essere revocato se il beneficiario, che ancora può lavorare, non fa di tutto per trovare un’occupazione e rendersi indipendente.

 

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