Quando il ricatto sessuale è reato?

Quando il ricatto sessuale è reato?

Stalking, minaccia, revenge porn e violenza sessuale: quali sono le differenze tra questi reati in caso di ricatto?

Non esiste il reato di ricatto sessuale. Ma la condotta di chi minaccia una persona di diffondere materiale riservato per ottenere da questa “favori” sessuali può integrare diversi illeciti penali quali, ad esempio, lo stalking, la violenza sessuale, la minaccia o il revenge porn.

Una recente sentenza del Tribunale di Potenza, n. 468 del 24 maggio 2023, fornisce un’illuminante disamina dei criteri per stabilire quando il ricatto sessuale è reato. Per noi è l’occasione per analizzare meglio questa fattispecie.

 

 

* Quando il ricatto è violenza sessuale?

* Quando il ricatto sessuale è stalking?

* Quando il ricatto sessuale è minaccia?

* Quando il ricatto sessuale è revenge porn?

Quando il ricatto è violenza sessuale?

Chiedere un rapporto sessuale a una persona coartandone in qualsiasi modo la volontà, integra il reato di violenza sessuale.

Non è necessario che l’uso della violenza o della minaccia sia contestuale al rapporto sessuale per tutto il tempo, dall’inizio fino al congiungimento: è sufficiente, invece, che il rapporto sessuale non voluto dalla parte offesa sia consumato anche solo approfittando dello stato di prostrazione, angoscia o diminuita resistenza in cui la vittima è ridotta.

 

 

Il dissenso della vittima può essere desunto da una molteplicità di fattori anche a prescindere dalla esistenza di riscontri fisici sul corpo della vittima: è sufficiente la costrizione ad un consenso viziato.

Quando il ricatto sessuale è stalking?

Se una persona chiede insistentemente un rapporto sessuale a un’altra, con minacce di vario genere, ivi compresa la diffusione di materiale hard, può essere incriminato per il reato di stalking (la differenza rispetto alla violenza è che, in questo caso, il rapporto non viene consumato).

È tuttavia necessario che la condotta del reo sia ripetuta nel tempo e che crei uno stato di grave timore o di ansia nella vittima o la costringa a cambiare le proprie abitudini.

Quando il ricatto sessuale è minaccia?

Nell’ipotesi in cui sia la vittima stessa a volere l’atto sessuale, chiedendo in cambio la cancellazione delle foto erotiche, allora si configura non più lo stalking né tantomeno la violenza sessuale (in quanto c’è consenso), ma il reato di minaccia.

Nel caso esaminato dal Tribunale di Potenza con sentenza n. 468/2023, la vittima aveva dichiarato di essersi sottoposta a rapporti sessuali per timore della divulgazione di immagini compromettenti; per quanto la donna aveva voluto il rapporto, il suo consenso era stato effettivamente viziato da tale pressione.

Quando il ricatto sessuale è revenge porn?

Il fenomeno del revenge porn è stato affrontato con l’introduzione dell’articolo 612-ter nel Codice penale, grazie alla Legge 69/2019. Questa norma sanziona chiunque diffonda, ceda, pubblichi o distribuisca, senza il consenso della persona coinvolta, immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, acquisiti o prodotti in un contesto di intimità.

Un esempio classico di revenge porn può essere quello di un ex partner che, a seguito della fine di una relazione, decide di pubblicare online delle foto o video intimi ricevuti durante il rapporto sentimentale. La vittima, spesso ignara della diffusione di tali materiali, si trova esposta a un grave danno reputazionale e psicologico.

La legge prevede per i trasgressori una pena detentiva da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15.000 euro. La gravità della sanzione sottolinea l’intenzione del legislatore di contrastare con fermezza questo tipo di violazioni, riconoscendone l’alto potenziale lesivo.

Al di là delle sanzioni penali, la legge intende garantire una tutela efficace alle vittime di revenge porn, consentendo loro di ottenere rapidamente la rimozione dei contenuti lesivi da internet e, in alcuni casi, il risarcimento del danno subito.

 

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