Si può fare una donazione dopo una verifica fiscale? Agenzia IDFOX Milano

Si può fare una donazione dopo una verifica fiscale?

Chi intesta una casa a un familiare perché teme un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate può rischiare un’incriminazione penale.

Se domani dovesse arrivare la Finanza nel tuo ufficio e dovesse notare delle irregolarità, temendo un imminente accertamento, potresti intestare i tuoi beni ai tuoi figli per evitare che ti vengano ipotecati, sequestrati o pignorati? Si può fare una donazione dopo una verifica fiscale? Cosa rischia chi, temendo un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate e sapendo di aver commesso una o più irregolarità tributarie, si spogli dei propri beni per non renderli aggredibili.

 

 

A rispondere a queste domande è stata la Cassazione che sottolinea come la donazione di beni a parenti o amici, subito dopo l’avvio delle verifiche fiscali, possa portare a conseguenze legali severe. Ma procediamo con ordine.

Indice

* Cosa dice la legge sulla donazione di beni durante le verifiche fiscali?

* Quando scatta il reato per evasione fiscale?

* Cosa si rischia per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte?

* Una donazione può essere considerata una frode fiscale?

* Conseguenze

Cosa dice la legge sulla donazione di beni durante le verifiche fiscali?

La sentenza m. 8134/2024 del 26 febbraio 2024 della Corte di Cassazione stabilisce un precedente importante. Chi dona beni ai propri parenti immediatamente dopo l’inizio delle verifiche fiscali rischia una condanna per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’atto di disposizione del proprio patrimonio è considerato fraudolento se dimostra l’intento di eludere gli obblighi fiscali attraverso stratagemmi o cessioni a prezzi non congrui, compromettendo la procedura di riscossione coattiva.

 

 

Non sempre però la donazione può implicare l’incriminazione penale. Per comprendere quando ciò succede bisogna conoscere i presupposti del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Quando scatta il reato per evasione fiscale?

Esistono numerose ipotesi di violazioni tributarie: si pensi all’omessa dichiarazione Iva, all’omesso versamento delle imposte o dei contributi, all’emissione delle fatture false, ecc. Per ciascuna di tali condotte, il reato scatta solo al superamento di determinate soglie (salvo la fatturazione falsa che integra sempre un reato). Di tanto abbiamo già parlato nell’articolo Quando scatta il penale per evasione fiscale.

Diverso è il caso di chi, pur non avendo commesso un reato tributario, cerca di sottrarre il proprio patrimonio al recupero coattivo del fisco (ossia alla cosiddetta riscossione esattoriale). Si pensi a chi doni tutte le proprie case alla moglie per evitare il pignoramento. In questo caso scatta il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Questo però si configura solo se:

* non vengono versate le imposte sui redditi (Irpef, Ires), l’Iva, i relativi interessi e sanzioni;

* e sempre che l’ammontare complessivo sia superiore a 000 euro.

Dunque, non ci può mai essere tale reato, a prescindere dall’entità del debito, per imposte come il bollo, l’Imu, la Tari, le sanzioni amministrative, ecc.

Rientrano tra le condotte fraudolente idonee a configurare il reato:

* vendita simulata di beni;

* distruzione di beni;

* occultamento di beni;

* interposizione di persone (prestanomi);

* donazione.

Cosa si rischia per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte?

La sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte è punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.

Il reato non è punibile se il contribuente:

* regolarizza la sua posizione versando le imposte evase, gli interessi e le sanzioni;

* paga il debito erariale dilazionato

Una donazione può essere considerata una frode fiscale?

La sentenza della Cassazione richiamata in apertura enfatizza il fatto che la donazione si possa considerare un atto fraudolento. E ciò proprio per via della sua stessa gratuità: il patrimonio del donante infatti si impoverisce non ricevendo alcuna controprestazione per bilanciare la perdita. È quindi chiaro l’intento di sottrarre al fisco una parte o l’intero patrimonio.

Attenzione però: il reato scatta solo se la residua parte dei beni del contribuente non consenta di soddisfare l’eventuale credito erariale. Ad esempio, un soggetto con un debito verso lo Stato di 200mila euro che doni una delle sue tre case a un figlio, rimanendo comunque proprietario di altri due immobili del valore complessivo di 500mila euro non può essere incriminato, a meno che il pignoramento di questi immobili risulti più complicato (ad esempio perché già ipotecati da terzi o perché in condizioni di dissesto o di inabitabilità).

La sentenza evidenzia l’importanza della sequenza temporale: nel caso di specie le donazioni erano state effettuate subito dopo l’avvio delle verifiche fiscali, che avevano rivelato ingenti debiti fiscali e movimentazioni finanziarie sospette verso paradisi fiscali. Questo aspetto, insieme alla destinazione dei beni a stretti familiari, ha rinforzato l’ipotesi di una manovra deliberata per sottrarsi agli obblighi fiscali.

Conseguenze

La sentenza è molto importante perché lascia intendere come si possa rispondere penalmente per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte anche quando il debito non è ancora sorto o ufficializzato ma è verosimile e molto probabile.

 

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