Assentesimo del dipendente in malattia. Agenzia IDFOX Milano

Obblighi del dipendente in malattia

Diritti e doveri del lavoratore assente in malattia: dalla reperibilità per la visita fiscale al doppio lavoro.

Quando un dipendente prende dei giorni di assenza dal lavoro per malattia deve rispettare una serie di obblighi sanciti dalla legge e dal suo contratto collettivo. È bene conoscerli con attenzione perché non poche volte il mancato rispetto degli stessi ha portato a provvedimenti disciplinari e, nei casi più gravi, al licenziamento.

In questo breve e schematico articolo vogliamo fare un elenco degli obblighi del dipendente in malattia per specificare cosa è bene che faccia e soprattutto cosa non deve fare. Ma procediamo con ordine.

 

 

Indice

* Comunicare l’assenza al datore di lavoro

* Inviare il certificato medico

* Essere reperibile

* Astensione dal lavoro

*  Diritto all’indennità di malattia

* Obblighi in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale

* Rispetto del comporto

Comunicare l’assenza al datore di lavoro

Il primo obbligo del dipendente che si assenta per malattia è comunicare al datore che non potrà recarsi al lavoro. Deve farlo tempestivamente (ossia entro l’inizio dell’orario di lavoro). Solo se impossibilitato può farlo il giorno successivo (si pensi a una persona che sia in condizioni tali da non riuscire a comunicare.

La comunicazione deve avvenire tramite telefono, email o altro mezzo idoneo. È il contratto collettivo, il più delle volte, a spiegare come deve essere comunicata l’assenza.

Chiaramente il datore di lavoro ha il diritto a conoscere la ragione per la quale il dipendente non può lavorare ma non può divulgarla agli altri dipendenti. Se dovesse farlo commetterebbe reato perché si tratterebbe della divulgazione di reati ritenuti sensibilissimi in quanto relativi allo stato di salute del dipendente.

Inviare il certificato medico

Il dipendente deve poi sottoporsi a visita medica. La legge e il codice deontologico dei medici vietano di rilasciare diagnosi o referti a distanza. Pertanto il dipendente dovrebbe recarsi presso lo studio del medico di famiglia, sottoporsi a visita e chiedere a quest’ultimo di inviare in via telematica il certificato medico all’Inps e al datore di lavoro.

Tale invio deve essere curato Entro due giorni dal rilascio (o dal primo giorno di riposo se festivo o prefestivo).

In caso di ricovero ospedaliero, il certificato è trasmesso direttamente dall’ospedale.

Il certificato medico deve indicare anche il luogo di reperibilità del lavoratore affinché questi possa essere raggiunto dal medico dell’Inps per la visita di controllo.

Essere reperibile

Il dipendente deve farsi trovare a casa, presso l’indirizzo di reperibilità comunicato al datore di lavoro, ai fini della visita di controllo da parte del medico dell’Inps (visita che può essere richiesta dal datore o effettuata d’ufficio dall’Inps stesso).

La visita può avvenire 7 giorni su 7, festivi e domeniche compresi: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Sono possibili pure due visite nell’arco della stessa giornata.

In caso di visita fiscale, il dipendente è tenuto ad aprire la porta o, se impossibilitato, a fare in modo che qualcuno lo faccia per lui. Non può quindi trincerarsi dietro ragioni di indisponibilità e impossibilità.

Non poche volte i dipendenti sono stati licenziati perché trovati a lavorare durante la malattia (pur fuori dagli orari delle reperibilità) svolgendo mansioni astrattamente incompatibili con la malattia stessa dichiarata. Tanto costituiva giustamente una valida presunzione di falsità del certificato medico.

Astensione dal lavoro

Durante la malattia il dipendente deve evitare attività lavorative che possano aggravare la sua patologia o rallentare la convalescenza.

Se invece l’attività lavorativa è compatibile con lo stato morboso egli deve pur sempre rispettare:

* gli orari di reperibilità (pertanto, se l’attività si svolge fuori casa, può uscire solo fuori da dette fasce orarie);

* l’obbligo di fedeltà al datore di lavoro non potendo svolgere attività che potrebbero essere in concorrenza con il primo.

In caso di gravi violazioni, il datore di lavoro può contestare l’assenza e applicare sanzioni disciplinari. In caso di reiterata assenza alla visita fiscale, il datore di lavoro può anche intimare il licenziamento per giusta causa.

Diritto all’indennità di malattia

L’indennità è erogata dall’INPS dopo il periodo di carenza (solitamente 3 giorni), salvo diversa previsione del CCNL.

L’importo dell’indennità varia a seconda della retribuzione del dipendente e della durata della malattia.

Obblighi in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale

In caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, il dipendente deve farne denuncia al datore di lavoro entro 48 ore.

Deve poi inviare il certificato medico rilasciato dal medico INAIL.

Infine deve seguire le istruzioni del medico INAIL per la cura e la riabilitazione.

Rispetto del comporto

Il dipendente può restare in malattia per tutto il tempo previsto dal contratto collettivo nazionale (il cosiddetto periodo di comporto). Scaduto però questo termine il datore di lavoro lo può licenziare senza bisogno di motivazioni. Il comporto segna infatti il numero di giorni di malattia che il CCNL assegna ai lavoratori nell’arco di un anno.

Prima che scada il comporto il dipendente deve rientrare al lavoro se non vuol perdere il posto. In alternativa, se non è ancora guarito, può richiedere le ferie o (se il datore non gliele dà per una valida ragione) l’aspettativa eventualmente prevista dal contratto di lavoro.

Il dipendente non è tenuto a rispettare il comporto se la malattia deriva da infortunio sul lavoro a causa dell’assenza di misure di sicurezza e protezione adottate dal datore di lavoro.

 

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