Ma quanto costa un investigatore privato a Milano? Il costo di un investigatore privato varia in base a diversi parametri, L’agenzia investigativa “Autorizzata” IDFOX Srl Investigazioni, con oltre 30 anni di attività internazionle applica le seguenti tariffe, indicative:

 

Ma quanto costa un investigatore privato a Milano?

Il costo di un investigatore privato varia in base a diversi parametri, L’agenzia investigativa “Autorizzata” IDFOX Srl Investigazioni, con oltre 30 anni di attività internazionle applica le seguenti tariffe, indicative:

A livello di tariffe, per un servizio efficace non si può scendere al di sotto di un minimo di 500 euro. I detective privati generalmente propongono tariffe giornaliere tra 500 e 900 euro, oppure tariffe orarie di circa 50 € all’ora per agente operativo oltre iva.

La scelta di un investigatore privato non deve essere presa alla leggera. Considerando attentamente aspetti come autorizzazioni, qualifiche, esperienza, reputazione, comunicazione, costi e servizi offerti, si può trovare il professionista che meglio risponde alle proprie esigenze.

Negli anni, ci sono capitati piu volte clienti che lamentavano di essere stati truffati da famose agenzie investigative…..FAMOSE… non per meriti professionali, ma per merito di giustizia…….ecc.DIFFIDATE………….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

parola del veterano Max Maiellaro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Nella vita privata o in azienda può succedere di avere bisogno di affidarsi ad un’agenzia investigativa o un investigatore privato. Quali caratteristiche deve avere l’agenzia di investigazioni a cui ci affidiamo ed in che modo scegliere un investigatore privato?

Le agenzie investigative sono numerose e purtroppo ci sono diverse abusive che si spacciamo per agenzia autorizzate…

Approfondimenti e consigli in ambito investigativo

Investigatore privato: di cosa si occupa e come sceglierlo

La struttura organizzativa e il personale qualificato

Le agenzie investigative ben strutturate, IDFOX Investigazioni- dal 1991-, Organizzazione Internazionale – nella tecnologia piu Avanzata -Organizzazione articolata su team di investigatori privati -dipendenti- specializzati in vari settori delle indagini professionali, commerciali, difensive, forense ed informatiche ,  hanno il vantaggio di diversificare gli interventi e avendo più specialità di azione risultano efficaci ed efficienti in diverse circostanze. Questo offre agli assistiti una prima garanzia di sicurezza del servizio nello smascherare gli infedeli.

La struttura articolata di un’agenzia di investigazioni garantisce la protezione delle informazioni ed evitando la dispersione di informazioni grazie al decentramento dei servizi e limitando i rischi di fughe di notizie.

Le aziende che hanno bisogno di azioni investigative comportano l’impiego di particolari dispositivi investigativi per affrontare casi come l’assenteismo del dipendente, lo spionaggio industriale, la concorrenza sleale del socio, del dipendente o del partner commerciale, di  bonifiche ambientali aziendali, le frodi e tutti i fenomeni che purtroppo sono molto diffusi in ambito aziendale e che possono avere risvolti penali. Un’agenzia di investigazioni deve disporre di determinati requisiti ed essere in grado di fare fronte a indagini specifiche ed efficaci che la rendano professionale.

Un primo fattore è la struttura organizzativa composta da diversi professionisti che possano dimostrare la propria preparazione e competenza professionale grazie alle competenze nel settore, ai titoli e all’esperienza pregressa.

L’aggiornamento sulle tecniche di indagine dimostrano inoltre affidabilità e alta professionalità aziendale. Inoltre, un’agenzia fortemente strutturata è in grado di occuparsi di tematiche più articolate .

Riassumendo un’agenzia investigativa di spessore deve avere nel suo organico personale SPECIALIZZATO  che sia:

– altamente preparato

-con solida esperienza sul campo

dotato di ottime capacità di analisi delle tematiche investigative, intuito e senso tattico nello sviluppo delle investigazioni e dell’acquisizione delle informazioni.

Un altro elemento determinante nella scelta di un’agenzia investigativa di eccellenza è caratterizzato dai contatti e dalle fonti di informazione dislocate sul territorio; più queste reti di contatto sono estese a livello nazionale e internazionale, più lo spessore dell’agenzia sarà considerevole in quanto sarà in grado di sviluppare indagini ed operazioni di acquisizione di informazioni ovunque in modo rapido, attendibile, e non eccessivamente dispendioso.

Scegliere il miglior investigatore privato per le tue esigenze richiede attenzione a diversi criteri fondamentali. Ecco alcuni punti da tenere presente quando valuti i professionisti disponibili:

-Esperienza anzianità’ investigatori privati “Autorizzai” e da quanto.

-Verificare che un’agenzia Investigativa “AUTORIZZATA” deve avere una sede certificata ed  utenze telefonica fissa.  Una seria agenzia Investigativa indica sul proprio dominio il numero dell’autorizzazione della Prefettura, la partita iva ecc. Ti consigliamo di DIFFIDARE  di coloro che ti fissano un appuntamento alla fermata della metropolitana, al bar o alla stazione Ferroviaria o ti richiedono di inviare soldi su carte  non intestate all’agenzia ecc. DIFFIDARE di coloro che non ti fanno firmare un regolare mandato e non ti consegnano una copia ecc. DFIFFIDATE! DIFFIDATE! SONO DEI TRUFFATORI!!!. Su internet trovate la pubblicità di strane  agenzie investigative  del tipo -servizi di consulenza investigativa- oppure di coloro che vendono informazione illegali o servizio che violano la privacy. DIFFIDATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Altri soggetti pubblicizzano servizio tipo intercettazioni telefoniche o vendita di tabuati telefonico o geolocalizzazione di utenze telefoniche! DIFFITATE SONO DEI TRUFFATORI.!!!!!!!

DIFFIDATE di coloro che praticano tariffe orario inferiore a euro 45 oppure una giornata del detective privato 300 euro ecc. I costi dovranno essere aderenti alle indagini e commisurati in base alle attività che l’agenzia spiegherà al cliente in modo esaustivo.

VI SEGNALIAMO LE TARIFFE INDICATIVE DEI  COSTI  CHE  I DETECTIVE PRIVATI “AUTORIZZATI” PRATICANO:

I detective privati generalmente propongono tariffe giornaliere tra 500 e 1.000 euro, oppure tariffe orarie di circa 50 € all’ora per agente operativo oltre iva e spese. Per un servizio efficiente  non si può scendere al di sotto di un minimo di 500 euro al giorno e tariffe orarie inferiori ad euro 40,00.

Da cosa partire per la scelta dell’agenzia investigativa e dell’investigatore privato

– Affidarsi ad un investigatore privato titolare di licenza prefettizia

-Rivolgersi ad investigatori privati che si comportano con trasparenza e disponibilità a fornire un preventivo o una consulenza gratuita

-All’atto dell’accettazione del preventivo gli investigatori privati devono farvi firmare un conferimento d’incarico che li autorizzi allo svolgimento dell’attività investigativa (è vietato dalla legge lavorare senza conferimento)

Diffidare di investigatori privati o di agenzie investigative che asseriscono di poter effettuare indagini illegali.

Prima di impegnarti con un investigatore, assicurati di verificare che siano in regola con tutte le licenze e le certificazioni richieste.

Scegliere l’agente privato giusto è fondamentale, e questi criteri ti aiuteranno a selezionare un professionista con l’esperienza, le competenze e le credenziali necessarie per affrontare il tuo caso in modo efficace.

La fiducia nell’investigatore è essenziale quando si tratta di questioni personali o aziendali delicate, e con la giusta selezione, potrai affrontare il tuo problema con sicurezza e speranza di ottenere risultati positivi.

Grazie alla nostra ultra trentennale esperienza Vi suggeriamo i sottonotati 13 consigli che sono come il VANGELO per un affermata ,seria e competente agenzia investigativo:

  1. Non fare la scelta solo sul prezzo.
  2. Richiedi referenze, verifica le licenze e fai ricerche online.
  3. Richiedi al potenziale investigatore di mostrarti le sue qualifiche e la sua esperienza.

4.-Se vi dovesse capitare di conferire mandato al detective XY e ritenete di essere stato truffato perché’ non vi risponde piu  al telefono e non vi ragguaglia sull’andamento delle indagini conferite, non esite a denunciare l’accaduto all’A.G.

  1. L’importanza di un’attenta valutazione.
  2. Focus sulle necessità
  3. Verifica delle qualifiche, delle certificazioni e della registrazione al Registro Imprese.
  4. La reputazione conta.
  5. Importanza della comunicazione.
  6. Etica, legalità e discrezione.

11.Tabella dei contenuti

12.Assicurati che il contratto includa garanzie di privacy e sicurezza.

13.Mantieniti informato sull’evoluzione del caso.

14.Certificazioni investigatori privati

15.Massima Riservatezza

16.Testimonianze e Recensioni dei Clienti

  1. Mantieni una Comunicazione Aperta
  2. Rispetta la Riservatezza

19.Chiedi Aggiornamenti Periodici

20.Segui le Raccomandazioni dell’Investigatore

L’agenzia investigativa IDFOX Srl -Investigazioni  dal 1991,   con sede operativa e Legale in via Lugi Razza 4 – 20124 Milano, si avvale esclusivamente di investigatori privati altamente qualificati e con esperienza pluriennale, pronti a svolgere ogni tipologia di indagine, garantendo il rintraccio di prove tangibili e inconfutabili utilizzabili anche in sede di giudizio. Tempestività, professionalità e riservatezza sono le linee guida fondamentali della nostra agenzia investigativa, capace di garantire in modo affidabile lo svolgimento delle indagini e la raccolta prove tangibili, utilizzabili in sede di giudizio.

Ricordati che l’esperienza e la conoscenza accumulata attraverso anni di lavoro sul campo è inestimabile quando si tratta di risolvere casi complessi. Quando consultando potenziali investigatori, non esitare a chiedere dei dettagli sulla loro esperienza passata e su casi simili al tuo. Un investigatore con un solido background nel settore avrà affrontato una vasta gamma di casi, affinando le sue capacità e sviluppando intuizioni che solo gli anni di pratica possono garantire.  Assicurati che l’investigatore abbia le competenze necessarie per affrontare il tuo caso specifico. Chiedi informazioni dettagliate sulle strategie che utilizzano per risolvere casi simili al tuo e come intendono affrontare il tuo specifico problema.

La professione di investigatore privato è regolamentata in molte giurisdizioni, e i professionisti devono rispettare determinate normative e ottenere le licenze necessarie per operare legalmente. Le certificazioni, inoltre, indicano un impegno costante nell’aggiornamento delle competenze e nell’adeguamento alle normative in evoluzione.

Ecco perché dovresti dare la massima importanza alla qualità quando scegli un investigatore privato.

Altro consiglio: la discrezione è un pilastro fondamentale di ogni investigatore privato di qualità. Molte questioni affrontate dagli investigatori riguardano aspetti personali o aziendali estremamente delicati. Pertanto, l’investigatore deve operare con la massima riservatezza, garantendo che tutte le informazioni raccolte siano trattate con il massimo rispetto per la privacy. Questa riservatezza non solo protegge la tua reputazione, ma assicura anche che il processo investigativo rimanga confidenziale.

                          C  H   I       S   I   A   M  O

 La direttrice dell’agenzia investigativa Interraziale IDFOX Investigazioni dal 1991- ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo investigativo ed assicurativo ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza, con specializzazione in diritto internazionale, presso l’Università Bocconi.

Il nostro team di esperti dell’agenzia IDFOX Srl,  parla almeno correttamente  4  lingue: inglese, francese, spagnolo e tedesco  ed è esperto nelle indagini  private, aziendali, assicurative e finanziarie internazionali ed opera sotto la direzione  dalla Dottoressa Margherita Maiellaro. 

L’agenzia investigativa International  Detective Fox ®  “IDFOX Investigazioni “è stata fondata da Max Maiellaro.       

Il fondatore, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, è stato inoltre responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso vari gruppi operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni,  marchi e brevetti, concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how e tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero.

Contatti, Contacts

Investigations Agency IDFOX SRL

                                   www.idfox.it  max@idfox.it

                 Contattaci al numero telefonico    +3902344223  

 

Sede/uffici:   – via Luigi Razza n.4, 20124 – Milano, Italy

Siamo – a 30 metri dalla fermata MM3 Repubblica (uscita via Vittor Pisani) – Tram 9, 29/30   – Tram 1, 5  – a 300 mt dalla Stazione Centrale (MM3-GIALLA) (siamo a 100 mt dall’hotel Principe di Savoia, hotel Gallia ed hotel The Westin Palace Milan)

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 Agenzia Investigativa a Milano- Investigatore privato a Milano- Agenzia Idfox dal 1991- Organzzazione Internazionale leader nella tecnologia piu avanzata!, Costi-Prezzi, Tariffe, Preventivi.

Quanto costa un investigatore privato? Scopri, Costi,  Tariffe e prezzi

In linea generale la tariffa oraria applicata ad un’investigazione privata, per operatore ha un costo minimo di € 45 (iva e spese escluse).

In linea di massima, il costo per assumere un investigatore privato varia in base al progetto investigativo concordato con il cliente; In linea generale la tariffa oraria applicata  da un’agenzia investigativa  “autorizzata” per  investigatore privato   ha un costo minimo di € 45,oltre  iva e spese.

SERVIZI

Investigazioni famigliari

Infedeltà coniugale

Infedeltà partner

Tutale minore

Indagini investigative per affidamento minori;

Indagini pre-post matrimoniali;

Controllo e tutela di minori;

Investigazioni per molestie o intimidazioni;

Anti stalking;

Ricerca persone;

Verifica affidabilità colf e baby sitter;

Investigazioni aziendali

Concorrenza sleale

Infedeltà dipendente-socio-amministratori

Controspionaggio industriale;

Antisabotaggio;

spionaggio aziendale

Indagini per furti;

cyber security

indagini informatiche perizie forensi.

Agenzia investigazioni private a milano;

Detective privato a Milano;

Investigazioni per separazioni e divorzi; Investigatore Privato: Cosa Fa, Come Si diventa investigatore privato?Per fare l’investigatore ci vuole soprattutto passione, intuito, pazienza e tanto culo!Insomma, diventare investigatori privati significa dedicare tanto tempo al proprio lavoro. Le soddisfazioni non mancano, lo ripetiamo, ma occorrono preparazione e aggiornamento professionale quotidiano per svolgere quest’attività al meglio: a noi investigatori vengono infatti richieste competenze tecniche specifiche in costante evoluzione e grandi capacità di relazionarsi alle persone, tanto senso di responsabilità, riservatezza ed estrema discrezione. Questo lavoro, come tanti altri, richiede soprattutto una cosa: una grande passione.

Se volete saperne di più o state pensando di ingaggiare un investigatore privato, contattateci pure: saremo ben lieti di darvi tutte le informazioniQuella di investigatore privato è una professione che richiede competenze trasversali e diverse tra loro, tutte molto specifiche complesse:

Investigatore privato: cosa fa, come si diventa e quanto guadagnaSul nostro sito trattiamo argomenti relativi alla professione di investigatore privato: tipologia di indagini effettuate, realtà con cui collaboriamo, curiosità e approfondimenti sui diversi aspetti che riguardano il nostro lavoro. Mai prima d’ora, però, avevamo spiegato chi è esattamente un investigatore privato, cosa fa e cosa occorre per intraprendere questa professione difficile ma emozionante che, se svolta con competenza e passione, offre tante soddisfazioni, non solo economiche ma anche e soprattutto lavorative.

Indice dell’articolo  nascondi

-Chi è e cosa fa l’investigatore privato

-Come si diventa investigatore privato

– Quanto costa assumere un investigatore privato

-Per fare l’investigatore ci vuole soprattutto passione

In questo articolo vi presentiamo la figura dell’investigatore privato: chi è, cosa fa e quali sono i requisiti essenziali per diventare investigatori professionisti, sperando non solo di informare chi è alla ricerca di una figura del genere per tutelare i propri interessi ma anche le tante persone che – incuriosite dal nostro lavoro – vorrebbero saperne di più e magari avviarsi verso questa affascinante carriera.

Chi è e cosa fa l’investigatore privato

Contrariamente all’idea quasi romantica che un po’ tutte le persone hanno dell’investigatore privato (influenzata soprattutto dalla televisione e dalla letteratura), questa figura professionale si occupa esclusivamente di reperire eventuali informazioni utili a far emergere la verità dei fatti su cui è chiamato a indagare.

Quella di investigatore privato è una professione che richiede competenze trasversali e diverse tra loro, tutte molto specifiche: essendo, infatti, i servizi offerti abbastanza variegati come vari sono gli ambiti di operatività e gli strumenti utilizzati, l’operatore è chiamato a raccogliere informazioni private e aziendali riguardo le persone e le situazioni su cui è chiamato a investigare.

Comprendete bene che ciò significa, per tutti noi investigatori professionisti, passare tantissime ore o intere giornate fuori casa per operare direttamente sul campo e ottenere qualsiasi informazione utile ai clienti che ci affidano un caso.

Essendo proprio le informazioni il fulcro del nostro lavoro, per acquisire ogni notizia ed elemento utile al caso su cui lavora e fornire materiale utile a eventuali vie legali a cui il proprio cliente potrebbe ricorrere, l’investigatore privato svolge le seguenti attività:

-ricerche online;

-accesso a database pubblici e privati;

-appostamenti con pedinamenti con documentazione fotografica ;

-interviste;

-bonifiche ambientali;

-antitaccheggio investigativo.

Insomma, niente armi e conflitti a fuoco, niente risse da bar in zone malfamate di città ma riservatezza e discrezione assoluta al fine di portare a termine il proprio compito: raccogliere quante più notizie utili al caso a cui si sta lavorando.

L’investigatore privato, tra l’altro, si occupa di diversi tipi di indagine – private, aziendali, assicurative su tutte – che vengono applicate in ambiti molto diversi fra loro ma sempre con lo scopo di fornire gli elementi necessari al proprio cliente per preservare i propri interessi, siano essi familiari o aziendali. A tal riguardo, una novità riguarda le indagini OSINT e/o di business intelligence: questo tipo di indagini sono sempre più richieste, dato il loro carattere puramente “informativo” rispetto all’indagine investigativa vera e propria, svolta sul campo.

Come si diventa investigatore privato

Per quanto concerne i requisiti fondamentali per diventare investigatore e ottenere la necessaria licenza, questi sono sia di carattere tecnico che finanziario. Nello specifico, per ambire a diventare investigatore occorre:

-Scienze dell’Investigazione;

-aver conseguito una laurea almeno triennale nelle seguenti aree:

-Giurisprudenza; Economia; -Sociologia;

-Psicologia a Indirizzo Forense; Scienze Politiche;

-altri corsi di laurea equiparati.

– aver svolto con profitto un periodo di pratica, per almeno 3 anni, presso un investigatore privato autorizzato da almeno cinque anni, in costanza di rapporto di lavoro dipendente e con esito positivo espressamente attestato dallo stesso investigatore;

– aver partecipato a corsi di perfezionamento teorico-pratico in materia di investigazioni private, organizzato da strutture universitarie o da centri di formazione professionale riconosciuti dalle Regioni e accreditati presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza, secondo le procedure da questo individuate;

-non aver riportato condanne a pena restrittiva della libertà personale superiore a tre anni per delitto non colposo e non aver ottenuto la riabilitazione;

-non essere stato sottoposto all’ammonizione o a misura di sicurezza personale o non essere stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza;

-non aver riportato condanne per delitti contro la personalità dello Stato o contro l’ordine pubblico ovvero per delitti contro le persone commessi con violenza o per furto, rapina, estorsione, o per violenza e resistenza all’Autorità;

-non avere esercitato taluna delle attività disciplinate dall’articolo 134 T.U.L.P.S. in assenza della prescritta licenza;

-presentare una fideiussione bancaria per l’avvio dell’attività.

Come è facile immagine, i requisiti sono abbastanza stringenti poiché si intende preservare la professionalità che un lavoro del genere richiede obbligatoriamente. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde: le informazioni personali o aziendali raccolte da un investigatore sono sensibili e vanno elaborate con cura, discrezione e competenze trasversali.

Essere in possesso di tutti i requisiti comunque non basta: per avviare la carriera di investigatore privato va ottenuta la licenza da parte della Prefettura di competenza: quest’ultima, rilasciata ai sensi dell’art. 134 del T.U.L.P.S., è necessaria per lo svolgimento di attività d’indagine, ricerca e raccolta di informazioni per conto di privati.

Per tale motivo, è indispensabile e buona norma professionale stabilire con cliente un vero e proprio progetto investigativo in base alle sue necessità e al budget disponibile, per quello che viene considerato un investimento vero e proprio: una buona indagine, infatti, porta sempre vantaggi economici ai nostri clienti (vantaggi che sovente superano di gran lunga il budget messo a disposizione per il nostro lavoro).

Come spiegato nell’articolo dedicato al Registro degli affari per l’agenzia investigativa, le procedure di avvio e svolgimento dell’incarico sono sempre chiare e stabilite in partenza con il cliente, al fine di tutelare quest’ultimo ma anche le persone e le aziende oggetto delle indagini nonché la sicurezza delle informazioni acquisite durante il servizio investigativo.

Di seguito, elenchiamo le tariffe medie dei principali servizi di investigazione privata:

* pedinamento – 45 €/ora;

* rintraccio persone scomparse – da un minimo di euro 600 a 800  €/giorno;

* interviste a persone – da 150 €/persona.

Insomma, come potete vedere le tariffe sono diverse tra loro. Nota importante per il cliente: i costi descritti nel listino di un investigatore o comunque comunicati da quest’ultimo devono sempre riguardare ogni attività investigativa svolta ai sensi art. 5 del D.M. 01/12/2010 n. 269.

Investigatore Privato: Cosa Fa, Come Si diventa investigatore privato?

Per fare l’investigatore ci vuole soprattutto passione

Insomma, diventare investigatori privati significa dedicare tanto tempo al proprio lavoro. Le soddisfazioni non mancano, lo ripetiamo, ma occorrono preparazione e aggiornamento professionale quotidiano per svolgere quest’attività al meglio: a noi investigatori vengono infatti richieste competenze tecniche specifiche in costante evoluzione e grandi capacità di relazionarsi alle persone, tanto senso di responsabilità, riservatezza ed estrema discrezione. Questo lavoro, come tanti altri, richiede soprattutto una cosa: una grande passione.

Se volete saperne di più o state pensando di ingaggiare un investigatore privato, contattateci pure: saremo ben lieti di darvi tutte le informazioni

Quella di investigatore privato è una professione che richiede competenze trasversali e diverse tra loro, tutte molto specifiche complesse:

Investigatore privato: cosa fa, come si diventa e quanto guadagna

Sul nostro sito trattiamo argomenti relativi alla professione di investigatore privato: tipologia di indagini effettuate, realtà con cui collaboriamo, curiosità e approfondimenti sui diversi aspetti che riguardano il nostro lavoro. Mai prima d’ora, però, avevamo spiegato chi è esattamente un investigatore privato, cosa fa e cosa occorre per intraprendere questa professione difficile ma emozionante che, se svolta con competenza e passione, offre tante soddisfazioni, non solo economiche ma anche e soprattutto lavorative.

Indice dell’articolo  nascondi

-Chi è e cosa fa l’investigatore privato

-Come si diventa investigatore privato

– Quanto costa assumere un investigatore privato

-Per fare l’investigatore ci vuole soprattutto passione

In questo articolo vi presentiamo la figura dell’investigatore privato: chi è, cosa fa e quali sono i requisiti essenziali per diventare investigatori professionisti, sperando non solo di informare chi è alla ricerca di una figura del genere per tutelare i propri interessi ma anche le tante persone che – incuriosite dal nostro lavoro – vorrebbero saperne di più e magari avviarsi verso questa affascinante carriera.

Chi è e cosa fa l’investigatore privato

Contrariamente all’idea quasi romantica che un po’ tutte le persone hanno dell’investigatore privato (influenzata soprattutto dalla televisione e dalla letteratura), questa figura professionale si occupa esclusivamente di reperire eventuali informazioni utili a far emergere la verità dei fatti su cui è chiamato a indagare.

Quella di investigatore privato è una professione che richiede competenze trasversali e diverse tra loro, tutte molto specifiche: essendo, infatti, i servizi offerti abbastanza variegati come vari sono gli ambiti di operatività e gli strumenti utilizzati, l’operatore è chiamato a raccogliere informazioni private e aziendali riguardo le persone e le situazioni su cui è chiamato a investigare.

Comprendete bene che ciò significa, per tutti noi investigatori professionisti, passare tantissime ore o intere giornate fuori casa per operare direttamente sul campo e ottenere qualsiasi informazione utile ai clienti che ci affidano un caso.

Essendo proprio le informazioni il fulcro del nostro lavoro, per acquisire ogni notizia ed elemento utile al caso su cui lavora e fornire materiale utile a eventuali vie legali a cui il proprio cliente potrebbe ricorrere, l’investigatore privato svolge le seguenti attività:

-ricerche online;

-accesso a database pubblici e privati;

-appostamenti con pedinamenti con documentazione fotografica ;

-interviste;

-bonifiche ambientali;

-antitaccheggio investigativo.

Insomma, niente armi e conflitti a fuoco, niente risse da bar in zone malfamate di città ma riservatezza e discrezione assoluta al fine di portare a termine il proprio compito: raccogliere quante più notizie utili al caso a cui si sta lavorando.

L’investigatore privato, tra l’altro, si occupa di diversi tipi di indagine – private, aziendali, assicurative su tutte – che vengono applicate in ambiti molto diversi fra loro ma sempre con lo scopo di fornire gli elementi necessari al proprio cliente per preservare i propri interessi, siano essi familiari o aziendali. A tal riguardo, una novità riguarda le indagini OSINT e/o di business intelligence: questo tipo di indagini sono sempre più richieste, dato il loro carattere puramente “informativo” rispetto all’indagine investigativa vera e propria, svolta sul campo.

Come si diventa investigatore privato

Per quanto concerne i requisiti fondamentali per diventare investigatore e ottenere la necessaria licenza, questi sono sia di carattere tecnico che finanziario. Nello specifico, per ambire a diventare investigatore occorre:

-Scienze dell’Investigazione;

-aver conseguito una laurea almeno triennale nelle seguenti aree:

-Giurisprudenza; Economia; -Sociologia;

-Psicologia a Indirizzo Forense; Scienze Politiche;

-altri corsi di laurea equiparati.

– aver svolto con profitto un periodo di pratica, per almeno 3 anni, presso un investigatore privato autorizzato da almeno cinque anni, in costanza di rapporto di lavoro dipendente e con esito positivo espressamente attestato dallo stesso investigatore;

– aver partecipato a corsi di perfezionamento teorico-pratico in materia di investigazioni private, organizzato da strutture universitarie o da centri di formazione professionale riconosciuti dalle Regioni e accreditati presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza, secondo le procedure da questo individuate;

-non aver riportato condanne a pena restrittiva della libertà personale superiore a tre anni per delitto non colposo e non aver ottenuto la riabilitazione;

-non essere stato sottoposto all’ammonizione o a misura di sicurezza personale o non essere stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza;

-non aver riportato condanne per delitti contro la personalità dello Stato o contro l’ordine pubblico ovvero per delitti contro le persone commessi con violenza o per furto, rapina, estorsione, o per violenza e resistenza all’Autorità;

-non avere esercitato taluna delle attività disciplinate dall’articolo 134 T.U.L.P.S. in assenza della prescritta licenza;

-presentare una fideiussione bancaria per l’avvio dell’attività.

Come è facile immagine, i requisiti sono abbastanza stringenti poiché si intende preservare la professionalità che un lavoro del genere richiede obbligatoriamente. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde: le informazioni personali o aziendali raccolte da un investigatore sono sensibili e vanno elaborate con cura, discrezione e competenze trasversali.

Essere in possesso di tutti i requisiti comunque non basta: per avviare la carriera di investigatore privato va ottenuta la licenza da parte della Prefettura di competenza: quest’ultima, rilasciata ai sensi dell’art. 134 del T.U.L.P.S., è necessaria per lo svolgimento di attività d’indagine, ricerca e raccolta di informazioni per conto di privati.

Per tale motivo, è indispensabile e buona norma professionale stabilire con cliente un vero e proprio progetto investigativo in base alle sue necessità e al budget disponibile, per quello che viene considerato un investimento vero e proprio: una buona indagine, infatti, porta sempre vantaggi economici ai nostri clienti (vantaggi che sovente superano di gran lunga il budget messo a disposizione per il nostro lavoro).

Come spiegato nell’articolo dedicato al Registro degli affari per l’agenzia investigativa, le procedure di avvio e svolgimento dell’incarico sono sempre chiare e stabilite in partenza con il cliente, al fine di tutelare quest’ultimo ma anche le persone e le aziende oggetto delle indagini nonché la sicurezza delle informazioni acquisite durante il servizio investigativo.

Di seguito, elenchiamo le tariffe medie dei principali servizi di investigazione privata:

* pedinamento – 45 €/ora;

* rintraccio persone scomparse – da un minimo di euro 600 a 800  €/giorno;

* interviste a persone – da 150 €/persona.

Insomma, come potete vedere le tariffe sono diverse tra loro. Nota importante per il cliente: i costi descritti nel listino di un investigatore o comunque comunicati da quest’ultimo devono sempre riguardare ogni attività investigativa svolta ai sensi art. 5 del D.M. 01/12/2010 n. 269.

SENTENZE

La Cassazione si è espressa su un caso di licenziamento disciplinare basato su prove raccolte da investigatori

Con la sentenza n. 28378/2023 (sotto allegata) la Cassazione si è occupata di una vicenda legata ad un licenziamento disciplinare basato su prove raccolte da detective  privato.

È ormai pacifico che il datore di lavoro possa effettuare controlli sui propri dipendenti (cc.dd. difensivi) a tutela del proprio patrimonio aziendale, anche di tipo occulto, se finalizzati ad evitare comportamenti illeciti, ed in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, purché sia assicurato un corretto bilanciamento tra le esigenze di protezione di interessi e beni aziendali, correlate alla libertà di iniziativa economica, rispetto alle imprescindibili tutele della dignità e della riservatezza del lavoratore, e sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto. Non è esclusa la possibilità per il datore di lavoro – ed è anzi ormai prassi consolidata – di ricorrere ad agenzie investigative purché queste non sconfinino nella vigilanza dell’attività lavorativa vera e propria, restando giustificato l’intervento in questione non solo per l’avvenuta perpetrazione di illeciti e l’esigenza di verificarne il contenuto, ma anche in ragione del solo sospetto o della mera ipotesi che degli illeciti siano in corso di esecuzione.

Pertanto, i controlli del datore di lavoro a mezzo di agenzia investigativa, riguardanti l’attività lavorativa del prestatore svolta anche al di fuori dei locali aziendali, sono legittimi ove siano finalizzati a verificare comportamenti che possano configurare ipotesi penalmente rilevanti, od integrare attività fraudolente o fonti di danno per il datore medesimo, escludendo che l’oggetto dell’accertamento sia l’adempimento, la qualità o la quantità della prestazione lavorativa.

Per il trattamento dei dati personali della persona oggetto di indagine (cd. “target investigativo”), l’investigatore privato può fruire dell’esimente prevista dall’ex art. 24 d. lgs. 196/03 rispetto all’obbligo di acquisizione del consenso preventivo stabilito dall’ex art. 23 stesso codice (oggi Considerando 47 e 52 GDPR 679/2016), applicabile allorquando si intenda tutelare un proprio od altrui diritto in sede giudiziaria.

Può capitare, però, che l’investigatore incaricato abbia necessità di avvalersi di altri investigatori. In tal caso è necessario che il primo rispetti scrupolosamente non soltanto i dettami previsti dall’articolo 260 del Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635 (Regolamento per l’esecuzione del TULPS) e dal D.M 269/10 in materia di investigazione privata, ma anche quelli statuiti dal suddetto GDPR in materia di trattamento dei dati personali. In particolare, è indispensabile che i nominativi di eventuali altri professionisti coinvolti nell’indagine siano indicati nell’incarico all’atto del conferimento, o successivamente allo stesso qualora l’esigenza sia sopravvenuta. Trattasi di un requisito di validità e di liceità delle indagini e della utilizzabilità del relativo esito, con ciò prescindendo dal fatto che l’investigatore “B” incaricato dall’investigatore “A” sia anche egli titolare della prevista autorizzazione. Nel mandato investigativo dell’agenzia incaricata, pertanto, è indispensabilità che sia menzionata l’ipotesi che essa si possa avvalere di altri investigatori, e che questi siano indicati in tale documento, sia ab origine sia ex post.

Tale mancanza inficia il mandato e comporta, di conseguenza, l’inutilizzabilità, ai sensi dell’art. 11, co. 2, d.lgs. n. 196/2003, dei dati raccolti da soggetti non legittimati a farlo. L’autorizzazione n. 6/2016 del Garante per la protezione dei dati personali, registro dei provvedimenti n. 528 del 15/12/2016 prevede, infatti, che “l’investigatore privato deve eseguire personalmente l’incarico ricevuto e non può avvalersi di altri investigatori non indicati nominativamente all’atto del conferimento dell’incarico oppure successivamente in calce ad esso qualora tale possibilità sia stata prevista nell’atto di incarico”, come anche ribadito dall’articolo 8, comma 4, del provvedimento del garante n. 60 del 06/11/2008, allegato A.6 al d.lgs. n. 196/2003.

Quanto precede trova origine nell’obbligo di carattere generale, in capo ad ogni soggetto, di acquisire preventivamente dall’interessato il consenso al trattamento dei suoi dati personali (ex articolo 23 del D. Lgs. 196/03). A tale onere si può derogare allorquando il trattamento sia necessario per varie finalità, tra cui quella di “far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria” (ex articolo 24 del D. Lgs. 196/03, comma 1, lettera f).

In assenza di un incarico specifico conferito dall’investigatore originario “A” all’investigatore di supporto “B”, si potrebbe verificare una illecita diffusione di dati personali da parte dell’investigatore “A”, ed un illecito trattamento da parte dell’investigatore “B” il quale – avendo acquisito senza titolo dati personali sul “target investigativo” – si potrebbe trovare nella paradossale situazione di dover adempiere all’obbligo di cui al comma 3 dell’articolo 14 del GDPR (informativa dati personali acquisiti presso terzi), da eseguirsi nel più breve tempo possibile e comunque entro un mese.

I dati personali raccolti e trattati, ovvero le informazioni e prove reperite in violazione dei suddetti dettami, sono quindi inutilizzabili ai sensi dell’articolo 11, comma 2, d. lgs. 196/2003, così come sostituito dall’articolo 2-decies del d. lgs. 101/2018 contenente identica formulazione, con l’unica aggiunta della salvezza di quanto previsto dall’art. 160 bis d. lgs, n. 196/03.

Scrivono i giudici: “Ne consegue che sul piano processuale tale norma preclude non solo alle parti di avvalersi dei predetti dati come mezzo di prova, ma pure al giudice di fondare il proprio convincimento su fatti dimostrati dal dato acquisito in modo non rispettoso delle regole dettate dal legislatore e dai codici deontologici”.

D’altronde, questa assolutezza si spiega in chiave funzionale: la ratio della norma è quella di scoraggiare la ricerca, l’acquisizione e più in generale il trattamento abusivo di dati personali, e per realizzare questa funzione il rimedio previsto dal legislatore è quello di impedirne la realizzazione dello scopo. Nel caso in questione, non essendo stati indicati in calce alla lettera di incarico, neppure successivamente, i nominativi degli investigatori esterni a quello originariamente incaricato, viene meno la utilizzabilità della relazione investigativa e dei dati in essa evincibili. Oltre alle intuibili conseguenze nello specifico giudizio, gli investigatori “A” e “B” potrebbero essere sanzionati dalle rispettive Prefetture per violazione degli adempimenti relativi al mandato tra agenzie; essere citati dinanzi al Garante privacy, il primo per aver violato il divieto di diffusione dei dati personali, ed il secondo per illecito trattamento a seguito di omessa informativa. Essi potrebbero inoltre essere chiamati a rispondere dei danni subiti dal committente a seguito della inutilizzabilità delle prove raccolte (che ragionevolmente porterà all’annullamento del licenziamento), in quanto tale evento è stato determinato da una loro negligenza professionale, vale a dire dal mancato rispetto della normativa di settore in materia di investigazione privata e di tutela dei dati personali.

 

Scarica pdf Cass. n. 28378/2023

 

SENTENZA

Secondo l’articolo 2105 del codice civile “Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.

Il dipendente “infedele” compie un illecito quando divulga notizie attinenti l’organizzazione e i metodi di produzione aziendali o quando utilizza dette notizie per creare un pregiudizio all’azienda datrice di lavoro. E’ considerato illecito, inoltre, condurre trattative d’affari del dipendente in persona o per conto terzi in concorrenza con il datore.

Gli obblighi del lavoratore non si fermano solo a quelli imposti dall’art. 2105 c.c. ma si estendono anche a qualsiasi altro comportamento in contrasto con il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratore.

Le sentenze.

Come espresso dalla Corte di Cassazione, sentenza n. 10627 del 22 maggio 2015, il lavoratore può essere licenziato per giusta causa quando compie prestazioni lavorative a favore di terzi, anche non in concorrenza con l’azienda datrice, durante il periodo di assenza per malattia o durante i congedi parentali. Il permesso non può essere utilizzato per scopi diversi o incompatibili con il motivo per cui è stato concesso. E’, ad esempio, molto frequente lo svolgimento di attività lavorative durante il permesso ex legge 104/92 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate). Tale comportamento infedele fa venire meno il rapporto di fiducia instaurato tra dipendente e datore di lavoro e potrebbe causare il licenziamento del lavoratore.

E’ ovviamente vietato compiere furti o danni all’azienda o al suo patrimonio. Una condotta molto frequente nelle aziende è quella dei furti da parte dei dipendenti, tale comportamento comporta la rottura del rapporto di fiducia instaurata dalle parti e, se provata, il licenziamento per giusta causa.

Negli ultimi anni si è fatto strada un altro comportamento illecito che riguarda la sicurezza informatica. Tra le cause di licenziamento per giustificato motivo sono sempre più frequenti i casi di violazione della sicurezza informatica: è severamente vietato, ad esempio, dare possibilità di accesso ad aree riservate a terzi.

La Corte di cassazione, con la sentenza 11437/1995, ha inoltre affermato che i comportamenti seppur tenuti fuori dall’ambiente di lavoro, ma lesivi del rapporto di fiducia, sono considerati atti di infedeltà da parte del lavoratore.

Per dimostrare il comportamento infedele del dipendente, il datore di lavoro necessita di prove accurate e puntali che determinino l’infedeltà aziendale. Per fare ciò la legge approva il ricorso a Istituti di investigazione, i quali possono procurare le prove sui comportamenti non corretti dei dipendenti, al fine di rivelare eventuali infedeltà.

 

Infedelta Coniuale-Costi-Prezzi-Tariffario-Parcella

Investigazioni private per  presunta infedelta’  del partner o del coniuge , indagini  aziendali, assicurative  investigazioni in ambito difensive informatiche forensi, sono tra le più richieste e i costi partono da un minimo di 50 euro ad un massimo di 90 euro per agente impiegato oltre  iva. Il costo medio è di 500  al massimo di euro 900 euro al giorno  per ogni agente investigativo  impiegato.

L’infedeltà  è la mancanza di fedeltà affettiva, sentimentale o sessuale in un rapporto di coppia esclusivo. Il suo concetto morale varia a seconda dei contesti storici e sociali. Ancora oggi alcuni ordinamenti giuridici la perseguono come reato, in alcuni casi estremi anche con la lapidazione.

Il 70 % degli intervistati uomini ha confessato uno o più tradimenti, per le donne invece la percentuale è del 60%. Dal 9° al 25° anno, l’infedeltà si fa ‘seriale’, il tradimento è ormai una routine per il  87% degli intervistati uomini e per il 60 % delle donne.

 

 

 

 

Infedeltà coniugale: quali sono le conseguenze?  fedeltà – assistenza morale e materiale – collaborazione nell’interesse della famiglia . Prezzi-Costi-Tariffario-Prove Infedeltà Coniugale-Assegno Mantenimento- Affidamento Minori-Chiamaci -Sorveglianze ed accertamenti sull’infedeltà coniugale.  Questa volta intendo trattare l’infedeltà coniugale e le sue conseguenze giuridiche. Il codice civile parla chiaro. Essere fedeli nel matrimonio è un obbligo come recita l’art. 143 del codice civile. Non è soltanto una questione morale ed affettiva.

 

Infedeltà coniugale

L’infedeltà coniugale è la mancanza di fedeltà affettiva, sentimentale o sessuale in un rapporto di coppia esclusivo. Il suo concetto morale varia a seconda dei contesti storici e sociali. Ancora oggi alcuni ordinamenti giuridici la perseguono come reato, in alcuni casi estremi anche con la lapidazione.

 

L’infedeltà coniugale e quindi la violazione del dovere di fedeltà non è più reato e non ha più conseguenze penali, ma può avere importanti conseguenze sul piano civilistico, può ad esempio essere causa di addebito della separazione a carico del coniuge infedele qualora l’infedeltà sia la causa da cui si è originato il …

infedeltà coniugale: quali sono le conseguenze?

 

Separazioni per infedeltà coniugale

Le cause più frequenti delle separazioni e divorzi sono nell’ordine l’infedeltà coniugale, la noia dello stare insieme che crea la routine, la violenza, l’ingerenza dei suoceri che spesso sono raccontate in storie presenti nei giornali con titoli come “moglie tradisce marito”, “marito scoperto in relazioni extraconiugali”, “Reato di adulterio, tradimento ed amante” e tanti altri simili.

 

infedelta coniugale

Nella mia lunga carriera di investigatore privato  mi sono occupato di investigazioni per presunta infedeltà’ coniugale con  separazione per tradimento, infedeltà matrimoniale sospetto infedeltà del partner,  risarcimento danni da infedeltà coniugale. Non si contano le storie rinchiuse nella mia mente. Dalle mie indagini in alcuni casi ci sono state sentenze della cassazione che per la privacy non cito i vari soggetti. Pero’ posso indicare, senza fare nomi: qualche anno fa  con il mio team abbiamo svolte un servizio investigativo su di un soggetto, avvocato italo-svizzero; bene, dopo circa 30 gg di pedinamento, raccolto tutte le prove, oltre 500 foto con l’amante in vari luoghi aperti al pubblico in varie citta’ del nord-italia, la cliente, famosa imprenditrice/ereditiera  non ci penso’ due volte ad instaurare una causa  giudiziale. L’infedele nella trattativa con la moglie ebbe modo di farsi  una copia del nostro report.  L’Infedele, si rivolse  al garante della Privacy con una denuncia al sottoscritto per violazione della privacy in quanto in quel periodo delle indagini ebbe la sensazione di essere pedinato nella citta di Venezia e Firenze  senza indicare altro . Il garante della Privacy, dopo i vari accertamenti nei confronti di questa agenzia investigativa e del sottoscritto,  informò l’avvocato “pinco palla” che non avevamo commesso nessuna violazione della privacy e che il suo comportamento era punibile in tutti i paesi del mondo.!!!  Questo caso, grazie all’avvocato Roberto GOBBI   fu oggetto di discussione/informazione in un corso di aggiornamento della categoria  degli investigatori privati.

 

 

I segnali di tradimento più comuni

 

L’amore perfetto è un cammino  lungo …su una pista di sci ghiacciata…  pronta a buttarti fuori pista quando meno te l ho aspetti…

 

L’infedeltà, è un’insidia nascosta che può  farti male  da un momento all’atro,  nella caduta puo farti molto male crearti delle fratture serie che quando cambia il tempo senti sempre dolore  e in alcuni casi metter fine alla relazione. Quando si innesca il contorto meccanismo della gelosia è difficile ritrovare la fiducia, irrinunciabile requisito di ogni relazione.

LE BUGIE VENGONO SEMPRE A GALLA………………

 

 

A volte si tende a far finta di niente, per evitare a sé stessi la sofferenza, ma la scoperta del tradimento e come un lutto di una persona cara. Non è facile capire se il  partner/coniuge tradisca o meno l’altro. Quando si è coinvolti, la lucidità viene meno, e il rischio è quello di esagerare l’importanza di certi fattori. Oppure di non coglierli affatto, presi dalla quotidianità ,il lavoro, i figli, i problemi personali ecc.

 

 

Per esperienza vi segnalo i seguenti campanelli d’allarme “PREOCCUPANTI!

 

 

-SMARTPHONE e SOCIAL

-E’ sempre in ritardo, c’e traffico, al mattino esce prima..telefono sempre spento o  in riunione, e’ impegnata in un’altra call di lavoro…, va a giocare a tennis, la maglietta ed i pantaloncino  sono asciutti,  ancora piegati….nella borsa.

Passa troppo tempo su facebook?

PREOCUPATI: social network, sono lo scenario perfetto del tradimento.

E Whatsapp? Quindi se il suo telefono continua a vibrare e si sposta per rispondere, con fare colpevole e anche un po’ vergognoso, non ci sono dubbi purtroppo.

 

-Cambio di look e di interessi. Occhio ai cambiamenti nell’abbigliamento, nel look, negli hobby, nello sport praticato. Tutti segnali che possono indicare che il vostro partner ha una nuova relazione. Molto spesso, il fedifrago appare ringiovanito, più vitale, intraprendente.

-Un partner  infedele cerca più occasioni di riservatezza. Per esempio, può chiudersi in bagno per telefonare, pretende spesso di uscire  spesso pr portare  il cane a fare  un giro….imposta lo smartphone in modalità silenziosa, protegge i suoi dispositivi con mille password. C’è anche il caso che acquisti,  una nuova scheda…

 

-Cambiamenti nell’intimità con il partner… Sotto questo profilo, chi tradisce può comportarsi in due modi diametralmente opposti.

Diminuzione della presenza in casa o al lavoro. Una relazione extra sottrae il coniuge alla vita in famiglia, persino ai suoi impegni di lavoro. L’adultero/a tenderà a trascorrere meno tempo del solito in casa. Se le condizioni glielo permetteranno, potrà anche accampare scuse per assentarsi sul luogo di lavoro.

 

 

 

 

 

 

-Piccoli segreti e bisogno d’intimità:

Necessità di stare da soli. Se il  partner di colpo ha un nuovo hobby che lo porta a stare spesso lontano da te.!  Fai attenzione però a non confondere un nuovo passatempo con qualcosa di più, tra le cose che gli uomini odiano, c’è proprio la gelosia ingiustificata.

 

– Riunioni, straordinari al lavoro,  troppe  serate, senza il partner,  con gli amici..

Forse il suo migliore amico/amica ha bisogno di averlo accanto in un momento difficile, in fondo cosa non faresti anche tu per i tuoi amici/i amiche?

Se non vuoi che i sospetti si trasformino in paranoia è meglio discuterne ed avare un chiarimento, oppure chiama il detective Max Maiellaro.

Un partner attento osserva e nota: un profumo diverso, oggetti nascosti in macchina..

-se già nutri dei sospetti, un ‘ritrovamento’ deve farti aprire gli occhi, allora ci sei!

 

-Autostima

Se il  partner si sente più sicuro di sé, soprattutto se non lo è mai stato prima. Di colpo penserà di poter emulare  in bellezza  con  l’attore del momento di essere un partner indispensabile e di successo….

-Se le sue abitudini sono esagerate e completamente diverse dalle tue, portandovi anche a stare più tempo separati, potrebbe voler dire qualcosa….sono segnali da allarme rosso.

 

-Solitamente, il comportamento del partner / coniuge  infedele è contrassegnato da:

Il partner  che tradisce può sentirsi in colpa, agitato, triste, frustrato ecc.. Tutto questo accrescono  le occasioni di attrito e quindi le liti con il partner. Anche il riposo notturno viene intaccato. Una tale tempesta interiore si traduce, spesso, in difficoltà a riposrae, pensare, decidere,dormire…

 

Se trovi questi segnali anche nella tua relazione, non permettere alla gelosia di prendere il controllo,  affronta la situazione e le tue paure parlandone con lui/lei e se non ti convince chiama il detective Max Maiellaro esperto nello smascherare da oltre 30 anni gli infedeli.

 

                   GIURISPRUDENZA

La legge sull’adulterio e’ penale?

L’infedeltà coniugale non rappresenta più un reato, con le due sentenze della Corte Costituzionale (n.126/1968 e n.147/1969) che hanno dichiarato illegittimi …

Qundi la risposta è no, tradire il partner- marito o la moglie non è un reato punito dal codice penale. Eppure non è sempre stato così. Due sentenze della Cassazione aboliscono il reato di adulterio -tradimento della donna verso l’uomo-e il reato di concubinato -tradimento dell’uomo verso la donna-, emanate rispettivamente nel 1968 e nel 1969.

 

Cass. 16169/2023).

Il coniuge infedele deve dimostrare la preesistenza della crisi

Secondo le varie censure della ricorrente, i giudici di merito avrebbero errato nel ritenere che gli otto anni trascorsi insieme, dopo l’incidente occorso al marito, siano espressione di un’affectio coniugalis. La donna sostiene che, in realtà, i due fossero separati in casa e, pertanto, la relazione extraconiugale da lei intrattenuta non abbia avuto alcuna incidenza causale sulla fine del matrimonio.

Gli ermellini considerano infondate le doglianze e confermano la ricostruzione effettuata in sede di merito. È pacifico che la moglie si sia allontanata dalla casa coniugale intraprendendo una convivenza con un altro uomo, così violando l’obbligo di coabitazione e di fedeltà. Tali violazioni, considerate singolarmente, sono idonee a determinare l’addebito, a maggior ragione se considerate congiuntamente. Spetta al coniuge a cui le suddette condotte sono imputabili provare che l’infedeltà si è manifestata in presenza di un deterioramento dei rapporti già in atto, in un contesto caratterizzato da una convivenza solo formale. A titolo esemplificativo:

* nel caso dell’allontanamento dalla casa coniugale, occorre dimostrare che esso sia stato determinato dal comportamento dell’altro coniuge (salvo che sia posteriore alla separazione),

* nell’ipotesi dell’infedeltà, occorre provare la mancanza di nesso causale tra il tradimento e la crisi coniugale.

In ogni caso, preme sottolineare come i doveri nascenti dal matrimonio siano inderogabili e, pertanto, la mera tolleranza nei confronti delle violazioni commesse da parte dell’altro coniuge non ne esclude il disvalore. In particolare, la tolleranza eventualmente manifestata da un coniuge rispetto alle infedeltà dell’altro non può considerarsi come una “esimente oggettiva”, che faccia venir meno l’illiceità della condotta né vale come rinuncia tacita all’adempimento dei doveri coniugali, essi, infatti, hanno carattere indisponibile. L’eventuale tolleranza dell’altro coniuge può rilevare come elemento indicatore di una crisi in atto (

 

Cass. 15212/2023; Cass. 25966/2022; Cass. 11792/2021;

 

 

Fino a quell’epoca, il partner che tradiva il marito/moglie  era punito dal Codice Penale, e rischiava quindi da multe salate fino alla galera come Fausto COPPI e la dama bianca…..Oggi le separazione si fanno sui social in tv, vedi il la separazione di Dino De Megni e Paola RossettiTrump ed Ivana, Corrado Agusta e Francesca Vacca Graffagni-Silvio Berlusconi e Veronica Lario-Bernie Ecclestone e Slavica Radic-Madonna e  Guy Ritchie-Harrison Ford e Melissa Mathison-Mel Gibson,  Robyn Moore- Barbara d’Urso e  Michele Carfora-Bill e Melinda Gates- Jeff Bezos Mackenzie Tuttle -Francesco Totti e Illary Blasi e separazione  Ferragni e Fedez.

Fonte Internet

 

Una precisazione: il reato di adulterio puniva le donne che avessero commesso infedeltà, a prescindere dalla durata della loro relazione; il reato di concubinato, attribuito agli uomini, prevedeva la punizione solo se l’uomo avesse ospitato la sua amante nella casa coniugale o altrove. La Corte Costituzionale ha ripreso più volte la disparità di trattamento nel corso degli anni. Si è arrivati infine alle sentenze che abolivano i due reati ed equiparavano i tradimenti, che fossero perpetrati dagli uomini o dalle donne.

 

 

Nel corso di una separazione giudiziale, il marito chiede l’addebito alla moglie per la violazione dell’obbligo di fedeltà, avendo ella abbandonato la casa familiare e intrapreso una convivenza more uxorio. La donna si difende, sostenendo che il tradimento non abbia avuto incidenza causale sulla separazione, atteso che il matrimonio era crisi da anni e, in particolare, da quando il marito aveva avuto un incidente che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle. La Corte di Cassazione, Sezione I, con l’ordinanza del 18 dicembre 2023, n. 35296 (testo in calce), ricorda i principi della giurisprudenza in relazione alla ripartizione dell’onere della prova. La parte che chieda l’addebito della separazione all’altro coniuge, ad esempio, per inosservanza dell’obbligo di fedeltà, ha l’onere di provare la relativa condotta e la sua efficacia causale nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. Invece, l’altro coniuge (nel nostro caso, la moglie) che eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda deve provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, ossia l’anteriorità della crisi matrimoniale rispetto all’accertata infedeltà. Nella fattispecie in esame, dalle conversazioni Whatsapp tra i coniugi è emerso che tra i due fosse ancora viva l’affectio coniugalis, anche dopo l’incidente del marito, e la moglie non ha allegato fatti idonei ad escludere l’esistenza di un nesso di causalità tra la violazione accertata e l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza. Pertanto, viene confermata la decisione gravata con cui i giudici di merito hanno addebitato la separazione alla moglie, ritenendo il di lei tradimento come fattore scatenante dell’intollerabilità della convivenza e della conseguente separazione.

 

Nel corso di un procedimento di separazione, entrambi i coniugi chiedono l’addebito; il Tribunale rigetta ambedue le domande, assegna la casa familiare alla moglie, in quanto collocataria della prole e pone a carico del marito un assegno di mantenimento a suo favore pari a 700,00 euro. In particolare, secondo il Tribunale, la relazione della donna con un altro uomo non avrebbe avuto un’incidenza causale sulla separazione, stante la perdurante (e precedente) crisi originata dall’incidente che ha costretto il marito in sedia a rotelle.

L’uomo contesta tale ricostruzione, interpone appello e, in riforma della sentenza di prime cure, la separazione è addebitata alla moglie, a cui è revocato il mantenimento con conseguente condanna alla ripetizione di tutti gli importi percepiti. I giudici di secondo grado hanno riesaminato le risultanze istruttorie e hanno ritenuto che la relazione more uxorio intrapresa dalla donna – una volta abbandonata la casa coniugale – abbia avuto un’incidenza causale nella crisi familiare. Infatti, dopo l’incidente, la coppia ha continuato a vivere insieme per otto anni e dalle conversazioni whatsapp versate in atti emerge come fosse ancora sussistente l’affectio coniugalis. Pertanto, la crisi del rapporto è imputabile al tradimento della donna, onde la dichiarazione di addebito della separazione.

Si giunge così in Cassazione.

Premessa: cos’è l’addebito

Un coniuge chiede l’addebito della separazione all’altro quando lo ritiene responsabile della violazione dei doveri derivanti dal matrimonio (art. 151 c. 2 c.c.). In buona sostanza, gli attribuisce la colpa del fallimento dell’unione, per questa ragione, in passato, si parlava di separazione per colpa. L’esempio classico è rappresentato dal tradimento che provoca la crisi coniugale e porta le parti alla separazione. Tuttavia, la violazione degli obblighi coniugali non è sufficiente a fondare una pronuncia di addebito, ma è necessario dimostrare che la condotta del partner sia stata la causa scatenante della crisi della coppia. In altre parole, occorre provare l’efficienza causale del comportamento del coniuge nella rottura del rapporto. Quindi, se il legame della coppia è già compromesso anche prima della violazione, non può pronunciarsi l’addebito. Nel caso di specie, si controverte proprio sull’incidenza causale che ha avuto il tradimento della moglie sulla fine del matrimonio.

Infine, si ricorda che l’addebito ha una funzione sanzionatoria. Infatti, le conseguenze della pronuncia hanno natura patrimoniale e punitiva, in quanto il coniuge a cui è addebitata la separazione perde il diritto all’assegno di mantenimento (art. 156 c.c.) e i diritti successori (art. 548 c.c.).

La ripartizione dell’onere della prova in materia di addebito

Gli ermellini ricordano come vada ripartito l’onere della prova in materia di addebito:

* la parte che chiede l’addebito deve provare la violazione degli obblighi coniugali e l’incidenza causale sulla fine del rapporto,

* la parte che eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda deve provare le circostanze su cui si fonda l’eccezione.

Quindi, nel caso in esame, il marito ha l’onere di dimostrare che la condotta tenuta dalla moglie abbia violato l’obbligo di fedeltà e, altresì, che la sua violazione abbia avuto un’efficacia causale nel rendere intollerabile la convivenza. Mentre, spetta alla moglie provare l’anteriorità della crisi coniugale rispetto alle circostanze dedotte dal marito. In altre parole, chi si oppone deve dimostrare l’anteriorità della crisi matrimoniale rispetto ai fatti posti a fondamento della domanda di addebito (

 

Cass. 2059/2012;

Cass. 3923/2018;

 

 

Cass. 648/2020;

 

Cass. 3923/2018;

 

Cass. 14591/2019).

Contenuto delle chat di Whatsapp come prova della perdurante affectio coniugalis

La sentenza gravata ha correttamente argomentato e illustrato, con pertinenti richiami giurisprudenziali, le motivazioni per le quali ha ritenuto non dimostrata la preesistente crisi coniugale rispetto ai comportamenti tenuti dalla ricorrente. In particolare, i giudici di merito hanno attribuito rilievo:

* alle conversazioni tra i coniugi avvenute su Whatsapp dalle quali emergevano i rapporti affettuosi tra i coniugi,

* al fatto che la convivenza sia proseguita per otto anni, anche successivamente alla presunta crisi (avvenuta dopo l’incidente del marito),

* alla testimonianza del fratello della ricorrente che era rimasto sorpreso dalla decisione di quest’ultima di lasciare il consorte.

La decisione impugnata è stata assunta alla luce del suesposto quadro probatorio. Il punto centrale riguarda la crisi della coppia, infatti, anche a volere ritenere che tale crisi vi sia stata, la ricorrente «(sulla quale gravava il relativo onere probatorio) non ha fornito alcuna prova che tale crisi ebbe a perdurare oltre il grave infortunio patito dal marito e per i successivi otto anni, durante i quali i coniugi continuarono a convivere».

Conclusioni: ricostruzione probatoria non censurabile in sede di legittimità

La Suprema Corte considera inammissibili le censure proposte dalla ricorrente in quanto dirette a contestare la decisione gravata. Infatti, la valutazione del materiale probatorio e la scelta, tra le risultanze probatorie, di quelle ritenute idonee a dimostrare i fatti in discussione sono riservate al giudice di merito. Pertanto, in sede di legittimità non è possibile sindacare il “peso probatorio” attribuito a alcune evidenze rispetto ad altre. In altre parole, «le conclusioni del giudice di merito in ordine alla ricostruzione della vicenda fattuale non sono sindacabili in cassazione, né la deduzione del vizio di cui all’art. 360 c.p.c., n. 5 consente di censurare la complessiva valutazione delle risultanze processuali, contenuta nella sentenza impugnata, contrapponendo alla stessa una diversa interpretazione al fine di ottenere la revisione da parte del giudice di legittimità degli accertamenti di fatto compiuti dal giudice di merito» (

 

Cass. 21187/2019;

 

Cass. 13054/2014;

 

Cass. 12912/2004;

 

Cass. 6774/2022;

 

Cass. 20553/2021).

Per tutte le ragioni sopra esposte, il ricorso proposto dalla donna viene rigettato e la ricorrente è condannata al pagamento delle spese di lite, oltre a un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso ove dovuto ex art. 13 c. 1-quater DPR 115/2002.

 

 

 

Il codice deontologico dell’investigatore privato

 

Questa può essere una strategia, più o meno inconscia, per far sì che il rapporto si deteriori e procurarsi in tal modo una giustificazione al tradimento. Anche i cambiamenti relativi alla qualità del sonno potrebbero essere indice di tradimento. Un partner che tradisce, infatti, spesso ha difficoltà a dormire, oppure mostra un sonno agitato dovuto a sensi di colpa e ansia di essere scoperto.

L’Agenzia IDFOX Srl- Since 1991- Investigazioni, con sede a Milano, si occupa di investigazione aziendale e privata. Da oltre 30  anni siamo attivi sul tutto il territorio nazionale ed internazionale , operando con professionalità e riserbo al servizio del cliente, che si tratti di privati  o aziende, imprese ed Enti pubblici.

Agiamo sempre nel rispetto della privacy e tutelando la vita privata del cliente. Formiamo i nostri  detective con corsi di formazione appositi perchè agiscano nel pieno rispetto delle normative di legge e del codice deontologico morale che regola l’esercizio della professione, per offrire ai clienti un servizio eccellente e conforme alle normative vigenti.

Il codice deontologico dell’investigatore di professione prevede il mantenimento del più stretto riserbo su dati sensibili che riguardano le indagini e l’identità del mandante, come delle motivazioni che hanno dato inizio alle investigazioni. L’attività professionale dell’investigatore si deve sempre fondare su principi saldi di integrità morale, riservatezza e rispetto delle leggi previste dalla Costituzione e dai Codici civili e penali.

L’investigatore che operi privatamente o per conto di aziende è tenuto ad osservare in modo scrupoloso le regole di buon senso, dignità e professionalità nello svolgimento delle indagini, quindi nelle ore di lavoro, e parimenti nella vita privata, conservando una condotta morale irreprensibile.

L’investigatore si vede assegnato un delicato compito svolto su commissione del cliente, e nello stesso tempo svolge una funzione sociale e di utilità pubblica, nei casi in cui si occupi di smascherare comportamenti illeciti da parte di privati e/o aziendale.

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Investigatore Privato a Milano – Istituto Investigativo IDFOX Investigazioni – dal 1991- opera nell’ambito delle indagini private, aziendali, penali, assicurative, Informatica Forense, Difensive , Bancarie  e  commerciali;  con esperienza ultra trentennale  esperta e  competente  per ricercare prove e informazioni per far valere e veder tutelato un proprio diritto in sede giudiziaria.
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