Ritardo volo: spetta il risarcimento se si viene avvisati prima? Agenzia IDFOX Investigazioni dal 1991. Se non c’è attesa in aeroporto il passeggero ha comunque diritto all’indennizzo?

Ritardo volo: spetta il risarcimento se si viene avvisati prima? Agenzia IDFOX Investigazioni dal 1991.

Se non c’è attesa in aeroporto il passeggero ha comunque diritto all’indennizzo?

Immagina di essere in vacanza. Hai già prenotato il volo di ritorno. Senonché la compagnia aerea ti telefona per comunicarti un differimento dell’imbarco di tre ore. In questo modo non sei costretto ad attendere inutilmente al gate. Ebbene, in una situazione del genere avresti ugualmente diritto all’indennizzo previsto dalla legge? Se c’è un ritardo del volo spetta il risarcimento se si viene avvisati prima?

In un recente sviluppo giurisprudenziale, la Cassazione ha emesso una sentenza significativa che influisce sui diritti dei passeggeri aerei, stabilendo che il diritto all’indennizzo per il ritardo di un volo è incondizionato, anche nel caso in cui il passeggero sia stato preventivamente informato del ritardo e non abbia subito l’inconveniente di attese prolungate in aeroporto. La sentenza n. 6446/2024, emanata il 12 marzo 2024 dalla terza sezione della Suprema Corte, entra nel merito della questione relativa ai disservizi aerei.

 

Il caso in esame riguardava un passeggero che aveva subito un ritardo di quasi sei ore su un volo internazionale. Nonostante fosse stato informato del ritardo e avesse evitato l’attesa in aeroporto, soggiornando in un resort con trattamento all inclusive, egli aveva ugualmente richiesto un indennizzo di 600 euro per il disagio subito. In primo grado, il giudice di pace aveva rigettato l’istanza ritenendo che, in mancanza di un danno concreto (costituito dall’attesa fisica in aeroporto), non si potesse invocare alcun diritto al risarcimento. Tuttavia, in secondo grado, il Tribunale ha ribaltato la decisione, riconoscendo il diritto all’indennizzo del passeggero.

La compagnia aerea ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che il passeggero non avrebbe dovuto ricevere alcun indennizzo, in quanto non aveva sperimentato l’inconveniente dell’attesa in aeroporto senza assistenza. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto tale argomentazione, affermando che il diritto alla compensazione pecuniaria scatta con il verificarsi oggettivo di un ritardo superiore alle tre ore, indipendentemente dalle circostanze individuali di attesa o disagio.

 

 

La decisione della Suprema Corte enfatizza che il risarcimento non è legato al disagio per l’attesa in aeroporto, ma è piuttosto una conseguenza automatica del ritardo in sé e per sé, una volta superata la soglia delle tre ore.

Questo principio si allinea con l’obiettivo di garantire la tutela dei diritti dei passeggeri, indipendentemente dalla presenza fisica del viaggiatore in aeroporto al momento originariamente previsto per il volo.

La sentenza ribadisce il principio secondo cui le informazioni preventive fornite dalle compagnie aeree sui ritardi non esimono quest’ultime dalle loro responsabilità verso i viaggiatori.

Ci si potrebbe quindi domandare perché la società di trasporto debba avvisare i passeggeri se, comunque, sarà tenuta a risarcirli. Di certo per evitare le spese di assistenza a terra, che includono un pasto e, se necessario, il trasferimento dall’aeroporto alla città più vicina.

 

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