Sclerosi multipla e separazione

Sclerosi multipla e Separazione

 

La legge dice che ci si può separare quando la convivenza è divenuta “intollerabile”. Non è quindi necessario che vi sia una colpa da parte di uno dei due coniugi. La situazione di incompatibilità può essere dettata anche da semplici divergenze di opinioni e di carattere, dal venir meno dell’amore, dalla lontananza fisica, ecc. Anche se in teoria bisognerebbe motivare le ragioni dell’intollerabilità, nei fatti non è condizione per ottenere la separazione e il successivo divorzio: il giudice si limita a prendere atto di ciò che viene dichiarato davanti a sé, ritenendo già questo una prova sufficiente dell’intollerabilità della convivenza. Per dirsi addio è sufficiente recarsi in tribunale, per il tramite di un avvocato, e chiedere la separazione. Se l’altro coniuge accetta le condizioni del distacco, si procede a una separazione consensuale, altrimenti si instaura una causa (separazione giudiziale).

Se però la richiesta di separazione è stata causata da una colpa dell’altro coniuge (comportamento violento e aggressivo, tradimento, abbandono della casa, disinteresse e mancata assistenza in un momento di necessità) c’è l’addebito. L’addebito è una sorta di “sanzione” (anche se, propriamente, non può essere definito tale); in pratica chi viene dichiarato responsabile della rottura del matrimonio (e quindi subisce l’addebito) non può:

Abbandonare il coniuge malato comporta l’addebito

La Cassazione ha ricordato che tra i doveri del matrimonio vi è quello della reciproca assistenza morale e materiale, il che significa aiutarsi l’un l’altro sia economicamente che fisicamente. In questo rientra ad esempio il dovere dei rapporti sessuali e il supporto nei momenti di difficoltà psicologica (ad esempio per un licenziamento o per la perdita di un genitore). Ma l’assistenza è anche economica (così il coniuge che non lavora deve provvedere alla casa o cercare un’occupazione) e materiale. Nell’assistenza materiale rientra quella del coniuge eventualmente malato. Se ti fratturi una gamba e non puoi guidare l’auto per recarti dal medico, è obbligo di tua moglie accompagnarti laddove possibile; se soffri di depressione e tuo marito ti lascia sempre sola, magari umiliandoti, è certamente responsabile.

Chi abbandona il coniuge malato quindi subirebbe di certo l’addebito se quest’ultimo dovesse chiedere la separazione.

Nel caso deciso dalla sentenza in commento della Cassazione, è stato ritenuto ingiustificato il comportamento dell’uomo che «si era allontanato dalla casa familiare, aveva una relazione extraconiugale e non aveva prestato alla moglie la necessaria assistenza materiale e morale», nonostante «le accertate condizioni di salute» della donna.

Affinché però la separazione possa essere addebitata al coniuge che abbandona l’altro è necessario dimostrare che proprio questo comportamento sia stato la causa della rottura. Se invece dovesse risultare che la coppia era già in crisi per cause diverse allora non si avrebbe più addebito.

Eccezionalmente abbandonare il coniuge malato può essere reato; succede quando questi è completamente incapace di provvedere ai propri bisogni primari. Si pensi a un malato di Alzheimer o a chi è disabile al 100% o è in chemioterapia e non può badare a sé stesso. In tal caso scatta il reato di «abbandono di persone incapaci». Questo è quanto ha stabilito la Cassazione. La sentenza ha condannato una moglie per il reato suddetto perché, pur avendo sposato il marito già malato di una patologia genetica degenerativa, si era allontanata da casa per un breve periodo. In linea generale, chi abbandona il coniuge invalido o disabile non solo contravviene all’obbligo di assistenza, ma soprattutto mette in pericolo l’incolumità fisica dell’altro, che in quel momento è un “soggetto bisognoso” considerata l’età, le condizioni fisiche e mentali. Nei momenti di vulnerabilità del consorte si ha un dovere di custodia. In assenza di essa si crea una situazione di pericolo anche solo potenziale; ne deriva che il coniuge è responsabile anche quando l’abbandono sia parziale.

Ci si può separare a causa della malattia?

Il divieto di abbandonare il coniuge, tanto più se malato, non implica però che non ci si possa separare da lui. Come detto, la separazione scatta anche quando ci si è stancati del matrimonio, il che può derivare da diversi fattori. Poiché è moralmente riprovevole chiedere una separazione a causa dell’altrui malattia, basterà dire al tribunale che la causa di scioglimento è l’intollerabilità della convivenza. Per non subire l’addebito però è necessario non allontanarsi da casa prima che intervenga la sentenza del giudice. Difatti, come abbiamo detto, la responsabilità (penale e/o civile) scatta solo se c’è l’abbandono.

In sintesi, se il coniuge si ammala si può chiedere la separazione ma non si può abbandonarlo prima che sia il tribunale ad autorizzare la cessazione della convivenza.
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