Chi può svolgere attività stragiudiziale? Quali sono le attività stragiudiziali vietate a chi non è avvocato e quando si rischia il reato di esercizio abusivo della professione.

Chi può svolgere attività stragiudiziale?

Quali sono le attività stragiudiziali vietate a chi non è avvocato e quando si rischia il reato di esercizio abusivo della professione.

A fornire consulenze legali può essere chiunque, anche chi non è avvocato. Ben potrebbero dare pareri in materie giuridiche quindi un commercialista, un agente immobiliare, un consulente del lavoro e persino chi non è iscritto in albi professionali (così Cass. sent. n. 12840/2006). Diverso è invece il discorso per le attività che, pur non costituendo ancora esercizio vero e proprio di un’azione giudiziale, sono prodromiche e funzionali ad essa. Cerchiamo di comprendere, più nel dettaglio, chi può svolgere attività stragiudiziale partendo dal fornire una definizione di “attività giudiziale”: cosa si intende con questo termine e cosa ricomprende? Procediamo con ordine.

 

 

Indice

* Cos’è l’attività stragiudiziale

* Quali attività stragiudiziali deve fare l’avvocato?

* Quali attività sono riservate agli avvocati

Cos’è l’attività stragiudiziale

In generale l’attività stragiudiziale è tutta quella che, seppur avente ad oggetto la difesa o l’assistenza legale di un soggetto, non avviene nell’ambito di una procedura in Tribunale.

Quindi vi rientrano innanzitutto la redazione di un parere scritto o di un contratto, ma anche la richiesta di un risarcimento all’assicurazione dopo un incidente stradale, una lettera di diffida al debitore che interrompa la prescrizione (o la risposta a una diffida), una denuncia o una querela, una transazione con la controparte, l’assistenza di un lavoratore dinanzi al sindacato o all’Ispettorato territoriale del lavoro e così via.

Tali attività stragiudiziali si contrappongono alle attività giudiziali che sono invece quelle attinenti al processo vero e proprio quali, ad esempio, la redazione di atti di causa, la partecipazione alle udienze, il pignoramento, l’assistenza in mediazione. Tali compiti sono riservati unicamente agli avvocati e chi li svolge, pur senza il titolo, commette il reato di esercizio abusivo della professione.

Approfondimenti: Consulenza legale: la può dare chi non è avvocato?

Quali attività stragiudiziali deve fare l’avvocato?

La giurisprudenza distingue, all’interno delle attività stragiudiziali, alcune che solo l’avvocato può compiere ed altre invece che, come detto in apertura, può svolgere chiunque, purché chiaramente dotato della competenza tecnica.

Con la sentenza n. 13341/2024, la Cassazione ha chiarito che sono riservate agli avvocati le attività stragiudiziali “connesse o strettamente prodromiche” ad un contenzioso civilistico.

Quindi, a titolo esemplificativo, non è consentito a chi non ha il titolo di avvocato:

* portare avanti una transazione stragiudiziale in una controversia per il risarcimento dei danni;

* fare una diffida ai debitori morosi con l’avvertimento dell’azione legale (salvo poi farsi da parte adducendo motivi di una riorganizzazione dello studio);

* compiere attività di recupero crediti, sempre portata avanti nella prospettiva di svolgere azioni legali;

* partecipare a un incontro di mediazione “obbligatoria”.

Secondo la Suprema Corte, integra il reato di esercizio abusivo di una professione (previsto dall’art. 348 cod. pen.), il compimento senza titolo di avvocato di quegli atti che, «pur non attribuiti singolarmente in via esclusiva a una determinata professione, siano univocamente individuati come di competenza specifica di essa, allorché lo stesso compimento venga realizzato con modalità tali, per continuatività, onerosità e organizzazione, da creare, in assenza di chiare indicazioni diverse, le oggettive apparenze di un’attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato».

Non commette invece il reato di esercizio abusivo della professione «il soggetto che si limiti all’occasionale compimento di una attività stragiudiziale. Difatti una prestazione isolata non può essere sintomatica di un’attività svolta in forma professionale, in modo continuativo, sistematico ed organizzato».

Quali attività sono riservate agli avvocati

La Legge 31 dicembre 2012, n. 247 («Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense»), all’art. 2, comma 5, stabilisce che sono attività esclusive dell’avvocato, fatti salvi i casi espressamente previsti dalla legge, l’assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi davanti a tutti gli organi giurisdizionali e nell’arbitrato rituale.

Infine, come detto sopra, l’attività professionale di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale, ove connessa all’attività giurisdizionale, se svolta in modo continuativo, sistematico e organizzato, è di competenza degli avvocati.

Così, tornando al caso concreto, la Corte, ha ritenuto ravvisato l’abusivo esercizio “nell’attività stragiudiziale, rientrante nella professione legale, portata avanti dalla ricorrente con continuità, organizzazione, onerosità e con modalità tali da creare le apparenze di un’attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato (come l’uso della carta intestata a nome di avvocato …)”.

 

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